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C'è fuori campo e fuori campo...

----- 20 giugno 2004 ----

Pubblicato su Volo a Vela n. 288 - gennaio/febbraio 2005


Sono in officina all'AVF, è domenica sto facendo manutenzione alla mia antenna sei elementi, ieri ero stato a Borgo, una giornata con un forte vento sgarbato da sud ovest, siamo andati per aria ma niente di particolarmente interessante… Un volo tutto sommato noioso.
Questa notte è passato il fronte, è piovuto e qui a Ferrara è stato coperto sino a poco fa, ora però si sta aprendo e gli hangar cominciano a prendere vita, dai carrelli sono già fuori le fusoliere in posizione per il montaggio.
E' mezzogiorno passato, quando Franco Bonaga, giovane pilota affamato di voli interessanti, mi viene a chiedere se sono disposto a fargli da secondo sul biposto. Quando trovo qualcuno desideroso di assorbire esperienze di volo, non mi tiro mai indietro e di buon grado accetto invitandolo a contattarmi quando "la balena bianca", il twin del club sarà in linea pronto per il decollo.
Intanto la giornata evoluisce in maniera positiva, ma con un occhio ai temporali. Quando decolliamo, verso Rovigo, già sta scaricando, ma non ci preoccupiamo più di tanto, il fenomeno sembra rimanere circoscritto.
Con valori accettabili, dopo lo sgancio ci dirigiamo verso ovest dove i cumuli sembrano ben formati, ci si muove infatti senza sorprese. Anche oggi il vento è teso da sud ovest, un ampio cerchio di sereno si palesa verso sud e l'anfiteatro di cumuli che lo delimita è veramente spettacolare, un richiamo irresistibile tutto questo ben di Dio e così ci troviamo a sfruttare il lato ovest di questa autostrada energetica che, giocando sulle filappere davanti ai cumuli, spesso sopra le basi, ci permette di spostarci in questo scenario fantastico perdendo ben poca quota.
Il pilotaggio di Franco è pulito e coordinato e gli do le dritte per centrare e sfruttare al meglio le condizioni che man mano si presentano.
All'occorrenza riprendo i comandi per riportarlo nel nocciolo dell'ascendenza. Intanto, pur non trascurando di sondare, sperimentare e spiegare quanto incontriamo, ci avviciniamo a Bologna in quest'anno diverso dagli altri per la chiusura del Marconi che ci fa sentire veramente liberi dai vincoli a cui il traffico di linea normalmente ci obbliga.
Come si fa allora a non andare a fare una visitina sulla città felsinea, quando mai si ripeterà un'occasione del genere… C'è un problema… Questo vento da sud ovest… Ma siamo calamitati dalla grande macchia rossastra della città, nette appaiono le colline blu, sfumanti verso l'orizzonte in un azzurro sempre più delicato sino al cielo brillate di questa giornata ventosa. Pur esprimendo le mie perplessità si decide di proseguire in quella direzione, in un qualche cosa che avrei voluto una specie di mordi e fuggi… Lontana sull'Appennino appare una lunga nube pettinata, un'altra lenticolare più ad osso di seppia, la si vede ad ovest certamente di rimbalzo dal Cimone. Sulla nostra rotta, solo qualche straccetto e belle discendenze, nulla di strano, ce lo aspettavamo, anche la nostra efficienza già bassa di per stessa, in queste condizioni, non è delle più esaltanti.
Fidiamo in alcuni cumuli a sud ovest dell'aeroporto che, se anche non ben formati, danno una qualche garanzia di rifare una quota interessante per riprendere poi la via del ritorno, Franco è entusiasta di questo volo e ricco è lo scambio di battute.


Ecco siamo sulla verticale dell'aeroporto ad una quota di assoluta tranquillità, proseguiamo verso quella specie di cumuli… Cerchiamo, ma non si trova nulla di decente,

 

intanto verso Ferrara notiamo due belle formazioni temporalesche precedute da una ben più ampia zona di sereno rispetto a quando siamo passati prima noi, è un classico, tutto intorno è stato risucchiato, bisognerebbe avere tempo per aspettare…
Finalmente aggancio un qualche cosa di meno peggio del resto, riprendiamo una salita in una termica tutta rotta ma costante nella sua mediocrità. Non siamo più loquaci come prima, dico a Franco che se facciamo duemila metri possiamo permetterci di tornare verso casa con tutta la quota necessaria per aggirare le zone temporalesche.
Poco dopo i 1500, l'ascendenza ci molla, mi sarei accontentato di un 1800… Tengo d'occhio un bellissimo cumulo da poco formatosi più a sud ovest, invece di tentare un ritorno incerto, preferisco optare per quell'altissimo miraggio. Raggiungerlo contro vento non è facile, vorrei già essere là, consapevole che col passare del tempo inevitabilmente perderà l'energia che lo ha generato. L'aspetto però è sempre accettabile, speriamo in una sua evoluzione almeno normale…. Cerco intanto alternative ma, in quel momento, non vedo niente di valido: quello rappresenta l'unico riferimento possibile. Finalmente arrivo sotto, sono nella sua ombra, l'ascendenza dovrebbe essere dall'altra parte, sole e vento coincidono, cerco... Guardo in alto per capire come e dove girare, sondo.. torno a sondare... Che rabbia quando non si centra subito e si deve cercare... Ben presto mi rendo conto che l'aria però, non è quella che dovrebbe essere... Accidenti! non c'è proprio niente... E' proprio un miraggio! E come tale ci ha fregati… Novantanove volte su cento ci prendi… Invece questa volta… L'ascendenza certamente si è spezzata a causa questo di vento che sembra ora essere veramente rinforzato, shakerando quel po' di termiche che tentano di resistergli. Si scende si scende forte…
Cominciamo a guardarci intorno, usciamo dalla pedemontana, cerco ancora qualche aggancio.
Sotto le culture appaiono alte…
Decido di contattare Bologna, identificandomi e dichiarando la mia posizione.
Chiedo informazioni sulla striscia erbosa in area aeroportuale a nord e parallela alla pista, mi si dice che ci sono all'interno delle rotoballe, allora chiedo se la pista principale può essere agibile, mi si dice che all'interno ci sono diversi ostacoli e dopo un breve silenzio aggiungono che la soluzione migliore è la taxiway a sud della pista, occupata in testata est da una serie di macchine operatrici, ma libera poi per circa un migliaio di metri…
Intanto nulla per aria è cambiato, ci chiedono se dichiariamo "emergenza", a cui diamo risposta affermativa, siamo sempre shakerati, non si sale dobbiamo proprio andare giù… Ed in tutta sicurezza iniziamo la nostra procedura di atterraggio, chiamiamo il sottovento, la base ed il finale,
tutto da manuale, atterriamo su di un liscio che da l'impressione ancora di volare e ci fermiamo in corrispondenza del piazzale principale.
Ci troviamo circondati da una autopompa di Vigili del Fuoco, una loro camionetta, un'autoambulanza , la macchina della Polizia Aeroportuale… Apriamo la capottina il tempo di slacciare le cinture e scendiamo tranquilli smitizzando di colpo quell'atmosfera… Un Sostituto Commissario subito si presenta e ci chiede i documenti personali che noi naturalmente non abbiamo, si accontenta delle nostre generalità con la promessa di ricevere il giorno dopo via fax le rispettive fotocopie delle nostre carte di identità. Ci aiutano a spostare l'aliante sul piazzale, mai stato così leggero per le tante mani, L'aiuto del Sostituto Commissario ci informa che per il recupero via terra l'unica entrata aperta è il "varco est", intanto telefoniamo, risolviamo i soliti piccoli problemi del caso.
Ci guardiamo l'aeroporto con la nostra "balena bianca" unico ospite presente.
"Se volete accomodarvi", ci apostrofa il Capo Reparto dei Vigili del Fuoco e nel loro bar interno optiamo per una lattina di Coca Cola che ci viene offerta, servita ghiacciata e tanto gradita.
"La torre ci ha avvisato di una emergenza" ci dicono, "finalmente un diversivo nella noia di questo periodo di chiusura dell'aeroporto"…


Nel frattempo fuori, a mezz'ora dal nostro atterraggio, un fiorire di cumuli evidenzia una pausa del vento… Arrivano due soldatini con il giubbotto antiproiettile e con in mano un mitragliatore più grande di loro, si fanno fotografare accanto al Twin.
Durante l'attesa, ci vengono a trovare in diversi, parliamo di volo, di alianti… Il resto è prassi, l'accoglienza è stata festosa ci siamo veramente divertiti.
Sono poi venuti in tanti a recuperarci, la voglia di entrare così in aeroporto, mai vista tanta gente neanche fossimo finiti nella palude di Biandronno. I soliti sfottò, "io avrei fatto" , "io sarei andato…" No! Noi siamo scesi al Marconi…

Giancarlo Bresciani

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Stralcio da La Repubblica di lunedì 21 giugno, cronaca di Bologna:
"L'aeroporto Marconi è chiuso per lavori, ma funziona lo stesso. Almeno per le emergenze. Ne sa qualcosa il pilota di un aliante, partito nel primo pomeriggio di ieri dall'aeroporto di Ferrara… è stato costretto ad un atterraggio d'emergenza... Nessuna particolare difficoltà per prendere terra: un aliante atterra in un"fazzoletto", ma la torre di controllo avvertita via-radio dal pilota, ha comunque fatto uscire i mezzi dei vigili del fuoco nel caso ce ne fosse bisogno. Per i pompieri del Marconi, insomma, è stata una specie di esercitazione, un diversivo… Il pilota aveva programmato di tornare a Ferrara… Ma…"E' sceso a Bologna senza problemi, a bassa velocità, sulle piste di rullaggio …" racconta un testimone… La riapertura Del Marconi è prevista per i primi di luglio e tutti i voli sono stati spostati su Forlì. Tutti meno un piccolo aereo che sfrutta la forza del vento per muoversi, e che ieri è sceso su uno scalo fantasma."

 

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Questa è stata una nuova e coinvolgente esperienza, devo dire che come neo pilota, brevettato da poco più di un anno e nelle prime decine di ore volate, è importante, essere in una struttura come l'Aeroclub Volovelistico Ferrarese dove riesco ad avere risposte esaurienti da istruttori, Giorgio, Michele, Walter e Francesco; dai trainatori Paolo, Marcello, Mario e Giacomo; dalla organizzazione gare, Magri; dai piloti esperti, quando non sono impegnati in temi per me impensabili, come ne è buon testimone Felicori, non dimenticando il settore dell'officina dove Matteo ne è un tecnico veramente eclettico.
Questa volta è stato Bresciani ad incappare nella mia rete che velocemente ho richiuso al suo "SI" e gli ho fatto trovare tutto pronto in linea.
Bello sarebbe stato vedere la mia Città dall'alto … i colli con S. Luca … ed allora ho lanciato una proposta per questa rotta.
Dopo… è stata disarmante la gentilezza, la professionalità del Controllore TWR di Bologna che ci ha accompagnato in questo "fuori campo".

Franco Bonaga

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