Fayence 1997

Ho attaccato all'alimentatore del portatile la spina francese, ed eccomi qui a scrivere la cronaca di questo nuovo anno. Sempre in corsivo, ho riportato anche praticamente la stessa presentazione delle giornate dell'anno scorso in considerazione del fatto che chi non è mai stato in zona né può trovare degli spunti per comprendere meglio come si può intendere il volo da quelle parti. Quindi chi già conosce il posto, oppure ha già letto la cronaca dell'anno scorso, può saltare questa introduzione.

"Noi ricerchiamo i momenti forti che ci fanno battere il cuore. Li troviamo quando arriviamo ai nostri limiti ed avanziamo di un passo. Perfino un piccolo passo sappiamo che potrebbe essere troppo grande, ma è necessario farlo per progredire..." Ci sono diversi modi per volare e così Philippe Conil all'inizio del suo bellissimo film "Delta Fox" girato in volo sulle Alpi Occidentali, ci rende partecipi di questo suo modo, vorrei fosse universale, di intendere il volo a vela. E' il volare in un ambiente che offre sia spettacolo per la maestosità del paesaggio,

Volo a vela, alianti - Fayence - Glacier Noir gruppo del Pelvoux

sia un forte impegno per affrontare terreni così articolati. Un'aria selvaggia per la violenza e la molteplicità delle energie che là si muovono. Non è facile quindi decidere di andare a volare tra quelle imponenti montagne, è un mondo tutto nuovo da scoprire, di un fascino irresistibile ma proprio per questo si riescono a superare tutti i pregiudizi e le paure che un terreno di quel tipo suscitano. Si certo, ci si deve preparare, muoversi accompagnati, almeno le prime volte, conoscere ed avere sul GPS tutti i posti dove poter mettere la ruota, ma una volta che si sono superate tutte le remore del caso, fare del "turismo in aliante" da quelle parti è sicuramente molto, molto esaltante.
Ma perché uso la parola " turismo" ? Cosa intendo con questo termine ? E' forse una maniera impropria per indicare quei piloti che amano esplorare territori nuovi dove vedere ed imparare una infinità di cose relative al nostro sport, un modo di migliorare e non "adagiarsi" sul solito volare dal giro campo, ad una impegnativa prova di una gara. Sto sicuramente dicendo delle cose scontate, in realtà non si può schematizzare in una maniera così semplice, forse intendo solo dire che un volo in aliante veramente completo deve appagare, non solo perché si è riusciti ad atterrare ed a decollare in maniera corretta, oppure perché si è fatto un dato percorso in un tempo inferiore a chiunque altro, ma anche perché si è "vissuto" oltre agli aspetti tecnici anche un fantastico panorama. Un posto ideale per questo tipo di volo, così completo, sono le Alpi Francesi, dove data la vastità del territorio, non si finisce mai di scoprire possibilità nuove. Quest'anno, per la sesta volta consecutiva, sono tornato a volare da quelle parti. Le meteo non sono state eccezionali, ma non bruttissime, migliori comunque degli ultimi due anni, non posso perciò raccontare di voli particolarmente interessanti, a parte un volo con l'ASH25, per il resto semplicemente ho raccolto giorno per giorno, alcune informazioni di come a Fayence, dove io vado, si può vivere il volo a vela. E' una cronaca telegrafica forse un po' arida, ma per gli addetti ai lavori può esserci qualche spunto interessante.

Volo a vela, alianti - Fayence - Girano alcune scene di un film...

Fayence è certamente l'aeroporto francese di volo a vela più comodo per chi giunge dall'Italia, poco distante dall'autostrada A8 della Costa Azzurra (uscita 39, Les Adrets, per Fayence - Lac de St Cassien), è in Provenza, nel dipartimento di Var, a 225 metri sul livello del mare. Molti vi arrivano comunque da diversi paesi dell'Europa e da tutta la Francia.
Ci si trova così in un ambiente da cui è possibile ricavare interessanti esperienze. A seconda delle condizioni meteo o delle proprie capacità si può volare sia in pianura e pedemontana, sia inoltrarsi nel cuore delle Alpi. E' un teatro largo un centinaio di chilometri e lungo più di trecento, oltre 30.000 chilometri quadrati zeppi di montagne, ghiacciai, vallate, laghi e tanti, tanti cumuli... più, ovviamente, la continuità con le nostre Alpi, anche se spesso si tratta di bacini meteorologici differenti.
Importanti sono gli aeroporti di volo a vela di Barcelonnette e di Saint Crepin, situati a nord di Fayence che, pur non potendo di regola consentire di decollare presto, permettono, già allo sgancio, di essere proiettati in pieno scenario alpino e questo è l'ideale per fare voli di esplorazione, e per i meno esperti poter collegare senza eccessivi patemi d'animo le varie zone, e per "assorbire" come l'aria si muove da quelle parti.
Ad ovest nella valle de La Durance, si vola più facile, a poca distanza uno dall'altro, disposti da sud verso nord, ci sono gli aeroporti di volo a vela di Vinon sur Verdon, di Puimoisson (immerso nelle coltivazioni di lavanda), di Saint-Auban Chateau-Arnoux (centro nazionale), di Sisteron Vaumeilh e di Gap Tallard.
Fayence è un bellissimo aeroporto molto sicuro per la sua pista di più di 1.000 metri, a forma di una tozza "T", tale da consentire, in caso di forte vento atterraggi e decolli da qualsiasi direzione, il fondo è erboso, completamente giallo in estate, con due strisce asfaltate per il decollo. Normalmente si usa la pista 10, la 28 più raramente quando c'è un moderato Mistral, con forte vento si può usufruire anche della pista 32. Le testate sono corredate di brevi funi, da una parte bloccate al terreno e dall'altra provviste di un gancio, per ancorare in caso di necessità gli alianti già in linea, naturalmente quando c'è un forte vento. Ci sono una decina di Hangar, e perfettamente in sintonia con l'ambiente, vi è una costruzione comprendente un bar ristorante riservato ai piloti, la segreteria, alcuni uffici, la sala briefing, camere a due e quattro letti, servizi igienici, per chi sceglie, a costi più che accettabili, di dormire in aeroporto. Sempre sul campo, è possibile anche campeggiare.
Il Club dispone di un parco mezzi veramente imponente. Diciamo un 35 alianti e 6 traini, naturalmente più un numero imprecisato e variabile di macchine private tra ospiti e locali. Nove persone, tra cui quattro istruttori, coordinano e gestiscono l'attività di circa una ottantina di decolli al giorno tra voli scuola e performance per un totale di 25.000 ore all'anno.
Il briefing è alle nove, la linea è pronta intorno alle 10.30, per decollare mediamente alle 11.15÷11.45, le attese per il traino difficilmente superano la mezz'ora.

Volo a vela, alianti - Fayence - Zona rifornimento traini

Qui si può volare sino al tramonto, diciamo 9-10 ore e, anche se su questi terreni le medie non sono mai altissime, di strada se ne può fare tanta... nelle giornate buone, i percorsi preferenziali, plafond permettendo, sono verso nord, lo sgancio è intorno ai 1.000÷1.100 m. QNH sul costone della Pente, poi gradatamente, si scala la montagna verso le Malay 1426 m., indi Le Lachens 1715 m. In questa prima fase le condizioni non sono mai eccezionali, l'atmosfera è tendenzialmente stabile, l'inversione presente, ma si sa che ancora più a nord si entrerà nel regime d'aria alpina, dove le termiche non sono più rotte e turbolente, ma violentemete poderose con plafond dai 3.000 in su, queste uscite sono sempre una conquista che entusiasma. Così perlomeno avviene negli anni migliori.
Quando finalmente si arriva nella nuova massa, l'aria è incredibilmente più limpida, spesso la demarcazione tra "l'alpino" ed "il marino" è accompagnata da fenomeni di termo-onda: si sale davanti ai cumuli, l'occhio spazia lontano... le montagne si fanno imponenti, cumulo dopo cumulo il plafond continua ad alzarsi e le termiche sempre più potenti inducono a dare un giro o due sul Mc. Cready e così ci si ritrova, in un batter d'occhio verso Barcelonnette, dove incomincia il "vero" paesaggio alpino. Il Grand Berard, il Gruppo del Pelvoux con il Glacier Noir e Blanc e la Barre des Ecrins (4102 m. con rocce così scure ed imponenti), il Col de Vars, Briançon, Mongenèvre, Plampinet, il Sestriere Bardonecchia, l'aeroporto di Sollières, il Col d'Etache, il Mont-Froid, il Grand Roc Noir, il Mean Martin, la Maurienne, Modane, Aosta ed il Bianco, il Col de l'Iseran, la Val de Rhemes, Place Moulin ecc. ecc. questi sono solo alcuni dei nomi che più frequentemente ricorrono sulle bocche dei piloti, tanto per avere un'idea di dove ci si muove. Mentre ad est verso il confine italiano quasi sempre, l'aria è più umida, calda e sporca, e da vita ad incredibili condensazioni 1000÷1500 metri più in basso, che fanno da sfondo a tutta una linea di cime e creste.
Quando ahimè il plafond è basso o la strada sulle Alpi è chiusa, si predilige il volo in pianura, allora si va ad ovest sino al lago della Ste Croix per poi piegare verso nord costeggiando gli aeroporti già citati della valle della Durance.
Alla sera quando si ritorna a casa da un lungo volo sugli alti rilievi, è sufficiente al Mont Pelat 3051 m. andare a circa un centinaio di metri sopra la sua cima per essere in efficienza su Fayence, compresa una puntatina sulla costa all'altezza di Cannes o Frejus.
Se si è tardato e sta scendendo la sera ci si può fermare a Barcelonnette, oppure essendo già più a sud-ovest, in questo caso può essere un temporale a bloccare la strada, si deve andare giù a Puimisson o se si è proprio arrivati quasi a casa, ma per una qualche ragione non si riesce a scavalcare Le Lachens, si finisce "aux Vaches" (fuoricampo) a Logis du Pin. ( Nulla può essere lasciato al caso, esiste quindi una rete strategica di "Champs posables dans les Alpes du Sud" ed un altro per le Alpi del Nord raccolti in un paio di libretti con piante e fotografie di più di cinquanta campi atterrabili, appositamente tenuti in ordine per assicurarne la atterrabilità ).
Concludendo, più che in ogni altra zona, come ribadito in altre occasioni, partire da Fayence significa avere virtualmente, ogni volo, oltre al normale percorso, circa 150 chilometri praticamente già fatti perché, decollando presto, spesso si può essere a Barcelonnette o a St Crepin quando da là sono in volo da poco, ed il ritorno si può gestire anche molto tardi a condizioni pressoché spente essendo la meta "veleggiata", come si è già visto, il Mont Pelat, da cui in efficienza, si può percorrere l'ultima ottantina di chilometri che ancora separano da Fayence.


Giancarlo Bresciani

giovedì 24 luglio 1997
Mattina ore 8,30 partendo da Ferrara, mentre all'AVF attacco il carrello, ho preso alcune gocce di pioggia... Ed un pizzicotto in fronte da parte di una di quelle zanzare veramente urticanti, di quelli che ti fanno venire un bogno così. Poi il solito viaggio di tante ore di autostrada, dove l'unico vero problema è vincere la monotonia della prima parte di questo trasferimento, almeno sino a quando superati il Turchino e Genova il paesaggio assume toni diversi, anche se tutte le volte che passo da quelle parti non ho mai trovato giornate veramente limpide. Finalmente il confine, l'autostrada della costa azzurra, con gli infiniti suoi caselli che comunque affronto con rassegnazione e la radio sintonizzata su 107,7 per ascoltare le notizie del traffico che vengono date oltre che in francese anche in inglese e in un italiano con una forma ed accento tipicamente francese... Tutto ciò è un sottile piacere in attesa dell'uscita 39 per Fayence. Ora mi sento e sono veramente in Provenza: caldo sole, luce, colori, paesaggio... Il climatizzatore a mala pena tiene fresco in macchina, fuori l'aria arroventata fa segnare 34°, guai fermarsi o rallentare troppo, le lamiere dell'auto immediatamente raggiungono valori superiori ai 40°. E' proprio quello che ci vuole per fare delle belle termiche!
Parcheggio il carrello come al solito in testata est poi vado a prendere possesso della stanza e subito alla ricerca degli amici tra i primi Sergio e Nanà con cui, a casa loro, faccio venire le 7 di sera in un batter d'occhio. il cellulare mi squilla due o tre volte: è la routine quotidiana che non mi si vuole staccare di dosso... con questi ultimi strascichi di lavoro.

Venerdì 25
Ho dormito benissimo in una stanza veramente fresca, anzi avevo quasi freddo, mi alzo guardo la sveglia, sono le sette e mezzo, vado fuori e vedendo il cielo: "Ma, niente di buono" mi dico. Avrei voluto andare a montare l'aliante col fresco ma mi rendo conto che difficilmente in una situazione del genere mi verrà voglia di volare. Da lì a poco arriva Michel Trial che subito mentre apre porte e finestre degli uffici e dell'aula briefing, mi racconta dei quattro o cinque voli che quest'anno è riuscito a fare tra i seicento e gli ottocento chilometri. Accende Meteosat e subito ci appare la bella copertura che lambisce tutta l'Europa ad eccezione di un puntino proprio dove noi siamo, ecco dice siamo in un occhio di Föhn oggi ci sarà onda e così si può andare al Monte Ventoux... Michel è sempre ottimista... magari lui ed un altro paio al Ventoux ci vanno proprio, ma che fatica....
Al briefing alle 9 non c'è invero molta gente...
Vado al carrello, apro e con la scusa di ordinare un po' di roba perdo tempo per vedere come la situazione evolve. Mi viene anche qualche attimo di voglia di montare l'aliante, ma poi mi dico chi me la fa fare di andare a fare tanta fatica: anche il volo può essere come una certa operazione dove si dice che in certi casi, lo sforzo è superiore al piacere... Ad ogni modo è tutto soggettivo, non ho una grande fame di voli così così... Attendo momenti migliori. Nel pomeriggio il Mistral sotto l'intensa velatura, comincia a spirare con una certa intensità anche al suolo.
Mi chiama Filippo, domani a Bologna bloccano il traffico in via Massarenti per effettuare dei lavori stradali e gioco forza sarà costretto a chiudere negozio. "Dovrà" venire a Fayence... Forse anche Romeo si aggregherà, Maurizio è sicuro ed Adriano "quasi" sicuro, Paolo dovrebbe essere qui tra domani e dopo domani... Vediamo poi alla fine chi ci sarà. Certo che se avessi detto a Filippo che oggi avevo fatto un volo fantastico forse sarebbe già in viaggio...
Michel con lo Janus, assieme ad un giovane pilota è atterrato dopo le otto e mezzo di sera, ha fatto un magnifico volo, molto "tecnico" molto difficile, cosa da pochi eletti. In sei ore ha percorso più di 6oo km, parte attaccato anzi attaccatissimo ai costoni, poi in una ondina misera per poi finalmente dopo rotori, sottovento, turbolenze, (e patemi d'animo dico io), in un dieci metri a salire sino ad oltre settimila, via quindi a fotografare un pilone verso l'Italia, poi di nuovo dentro i 10 metri per risalire e poi a casa, così ancora oltre le nove, dopo avere angarato, Michel spiega in sala briefing sulla carta in rilievo agli allievi che gli erano corsi intorno per sapere ed affascinati lo ascoltano.
Io al ristorante, mentre mangio una "escalope paneé", penso a questo volo guardando intanto verso ovest, fuori dalla finestra, dietro alla Pente, quel chiarore incredibile, quasi abbagliante che si vede quando è già sera mentre soffia il Mistral. Ieri non era così, c'erano nubi e solo qualche cosa si intravedeva, confondendosi coi normali colori del tramonto. Tutto completamente diverso dalle striature rosate che ora stagliano nette nell'azzurro cangiante. Domani ancora onda, ora più definita, forse si potrà uscire alti. Bisognerebbe decollare alle sei del mattino. Si inizierà invece a volare molto più tardi.
Ho chiesto a Michel se lui credeva ad una giornata come quella di oggi e mi ha risposto che lui ci crede sempre "per definizione" ed ha aggiunto che se si fosse decollati, all'alba ed inoltrandosi poi in Italia ci sarebbe stata la possibilità di fare finalmente i 1000 da Fayence...
Alle dieci e mezzo, quando la notte ha vinto sulle ultime luci del tramonto, verso ovest ancora negli ultimi riflessi del Mistral, netta comunque si staglia la linea di cresta della Pente, intanto al suolo è prevalso il regime di brezza e da sud, sud est spira un leggero venticello.

Sabato 26
Vado subito a montare con il fresco, alle nove ho già finito ed al briefing questa mattina c'è più gente,

Volo a vela, alianti - Fayence - Ore 9 briefing

splende un magnifico sole... Ma il Mistral, perlomeno dalle nostre parti sembra essersene andato. Le rotte comunque sono verso Saint Auban dove alla Montagne de La Lure ed al Mont Ventoux, l'onda ancora dovrebbe esserci. Uscita facile dalla valle dalle undici e mezzo in poi. Parto tra i primi, mi traina un Dimona 115 hp turbocompresso, decollo lunghino comunque si va su, anche se il traino sembra durare in eterno. Alla Pente il trainatore si mette a 1000 metri QNH (750 campo) a spiralare in un niente... Non mi sgancio, ma visto che insiste lì al secondo giro mi mollo e mi sposto alla ricerca di qualche cosa molto più vicino al costone di quanto il Dimona ha dimostrato di non voler andare. Un po' di dinamica poi quasi subito la termica e così sono in cima, continuo a salire sino a duemila metri, veramente eccezionale, posso quindi saltare il Malay ed uscire direttamente dal Lachens dove subito di là trovo ancora del buono. 2400 metri tutto sembra promettente anche se non si vede un cumulo. Michel è poco più avanti ed indica la strada perlomeno sino alla Bernarde poi non dà più informazioni sulla strada da percorrere, ho poi razionalizzato che è passato "così" per andare ad agganciare un'onda verso Saint Auban, che dopo il volo ha detto che si aspettava ben di meglio. Io avanzo il plafond sembra abbassarsi, come altri insisto per cercare di andare più alto di quanto realmente non si possa... si stenta a crederlo, eppure è così duemila e basta, fa un caldo boia, bevo continuamente per non disidratarmi più di tanto... Cincischio tra le Puy de Rent, il Col de Serres e la Montagne de Maurel cerca cerca, il costone dava, ogni tanto una bella bolla violenta si staccava, ma sempre duemila, anzi a forza di allargare i punti di ricerca mi sono trovato anche a 1400 sul bel campo de La Mure... Neanche 500 metri sotto di me, per poco non ci atterravo... (Michel alla sera mi ha detto "sì duemila al Maurel va bene... si era già in efficienza su Saint Auban...").
Per aumentare il senso di fastidio, il GPS non voleva partire, va bene so muovermi ugualmente, ma la certezza matematica dei Champs Posables non c'era ed a quelle quote... Così decido di tornare non senza dover costonare sopra vento sul lato nord delle varie linee di cresta in direzione almeno di Logis du Pin. Finalmente il GPS partendo, si è degnato di farmi lavorare con maggiore tranquillità, intanto in una larga fascia più a est di quanto non fossi prima sono iniziati a formarsi dei bei cumuli, sempre più numerosi e ben alti... Corro ad agganciare il primo... Finalmente tremila, poi tremila cinquecento, continuava comunque a fare caldo anche all'ombra... lo zero termico era oltre i quattromila, un gradiente da fare schifo, infatti per salire le termiche dovevano mettercela tutta e solo poche e per brevi tratti erano belle tonde e costanti. Arrivo così al traverso nord est del lago di Allos che pur non vedendolo da dove ero ne stimavo la posizione. A quel punto, era ancora presto, provo ad andare verso ovest, anzi a sud ovest. Ma ecco che là ancora non si era fatto un cumulo... Nelle prime ore di volo, avevo quindi tribolato (assieme ad altri) in una goccia che continuava ad essere iperstabile... Ma è stato un volo bello? No! porco giuda! Non sono arrivato dove avrei voluto ed ho patito un caldo boia... Ad ogni modo tutto serve... A Saint Auban qualcuno c'è anche atterrato, altri hanno fatto peggio di me insomma, un risultato mediocre almeno rispetto le aspettative di questo giorno.

Domenica 27
Non so cosa abbiano fatto gli altri oggi, dato che questa sera ero a cena a casa di Nanà e Sergio. E' stata comunque una giornata interessante, condizioni fantastiche sino al Col de Var, poi incominciava il sereno, o meglio qualche raro cumulo poco invitante... per radio c'era un grande silenzio, sinonimo dell'impegno di chi vi si era infilato verso la Maurienne. Io speravo che prima o poi si facessero le condizioni anche là, sono entrato nel sereno sino al traverso di Saint Crepin, ma le rotte che ho seguito non erano "energetiche" sono quindi tornato per rifare base cumulo, per poi poter riprovare più tardi con una certa autonomia di quota per il nuovo sondaggio, ma nulla era cambiato... Non ho nessuno che mi possa recuperare, sin quando non arrivano qui a Fayence anche gli amici, quindi per non pesare sugli altri con un eventuale fuori campo, ho preferito desistere, e rimanere nella zona ben servita di termiche a sud del Col di Var. Plafond 3500, anche oggi bella uscita, alla Pente più di duemila e via ad agganciare subito i cumuli a Nord di Logis de Pin, il GPS non mi ha mai funzionato, solo dopo tre ore e mezzo di volo ha incominciato ad andare, ciò crea un certo disagio, non tanto per riconoscere i posti oramai fritti e rifritti, ma soprattutto per il calcolo delle distanze, dato che non si fanno più i cerchi sulle carte, e per il calcolo empirico del vento... Dove ragionando un attimino tra la velocità all'aria data dall'anemometro, con la dovuta correzione per la quota, e la velocità al suolo data dal GPS si riesce ad avere un valore abbastanza approssimativo della velocità del vento.
A terra è un caldo tremendo, il sole brucia, che disidratate si prendono, in queste condizioni, e per quanto si beva, sembra non mai bastare, almeno per i primi giorni sino a quando il fisico non si è adattato a questo nuovo regime di ricambio così veloce. Oggi il lato più interessante del volo sono stati gli agganci, le termiche migliori, con punte di oltre quattro metri di media, nascevano sempre da ripidissimi valloni arroventati dal sole, una sorta di "mezzi tubi" quasi verticali in cui l'aria si labilizzava a causa del calore. Lo zero termico dal sondaggio di Saint Auban è stato calcolato a 4600 metri, quasi ad indicare uno scarso gradiente, invece che termiche c'erano!
In serata mi ha telefonato Filippo, martedì dovrebbero arrivare con Claudio, Maurizio ed anche Romeo.

Lunedì 28
Questa mattina al briefing ci hanno detto che ieri ci sono stati cinque fuori campo, tra cui Michel Trial che aveva un prefissato di poco più di 750 km, e che è atterrato a nel campo di Landry nella Tarantaise vicino a Bourg St. Moritz, un altro è finito in Svizzera, Gilles Navas è sceso ad Aosta, e due sono atterrati a Sollieres nella valle della Maurienne... Allora quel gran sereno di ieri dopo il Col de Var significava qualche cosa... Anche se per chi conosce bene la zona esistono sempre "le pompe de service", ma in queste condizioni meteo spesso capita che ne manca una ed allora...
Quando il sole oramai basso sull'orizzonte illumina di luce radente l'aeroporto, i colori diventano caldi ed il susseguirsi di decolli ed atterraggi degli allievi nell'aria divenuta calma, continuano a dare vita alla grande spianata colore giallo ocra che è questo aeroporto di Fayence durante i mesi estivi. Ogni tanto anche a quest'ora, ancora atterra, lungo, verso gli hangar qualche aliante di ritorno dai voli di distanza. Christian Gaudefroy "le chef pilote" fa intanto il conto alla rovescia di chi non ha dato notizia di sé. Questa sera ha creato una certa apprensione la sorte di "ZA", una serie di cumuli nembi chiudeva la strada per chi doveva rientrare da nord, Finalmente è arrivata una telefonata e "ZA" rientrerà domani da Barcelonnette dove è dovuto atterrare, allora il volto di Christian si è di nuovo disteso dietro i Ray-Ban scurissimi costantemente portati. Quasi ogni sera vive questa sorta di attesa...
Oggi le previsioni sono andate sballate: due ottavi di cumuli, plafond sugli alti rilievi di 4.000 metri... E chi più né ha né metta. Ma i primi cumuli formatisi un po' troppo presto mi avevano insospettito, in una massa d'aria non proprio limpidissima, si stagliavano opachi questi primi batuffoli, le basi non sempre erano piatte e si notava una certe persistenza della condensazione dopo che l'ascendenza aveva finito il suo ciclo. Appena in volo mi ero reso conto che le cose non stavano proprio come avrebbero dovuto essere. Altro che due ottavi, invero si viaggiava bene, troppo bene per quell'ora anche se il plafond non era altissimo. Erano stati anche previsti temporali verso la frontiera italiana, ma sul tardi...
L'uscita da Fayence era stata "classica" cioè un po' sofferta: 1.400 alla Pente, 1.600 tra Malay sud e nord, poi in tentativo di dinamica al Lachens ed infine la prima vera termica sulla cresta subito più a est. Solito trasferimento verso nord, intanto il GPS non mi funzionava ancora... il plafond non si alzava più di tanto quindi ho optato dopo St. André les Alpes di andare verso nord ovest, in direzione della Montagne de la Blanche, insomma "le parcours du combattant" le condizioni erano ottime, ogni tanto qualche cumulo menga, qualche discendenza apparentemente inspiegabile se non come fenomeno strettamente legato al micro clima dell'infinità di valli, valloni, gole, creste ecc. comunque non evitabili più di tanto e non eccessivamente fastidiose. Quasi sulla verticale del campo di Seyne il GPS si è degnato di incominciare a funzionare, il plafond era variabile e tendeva a scendere tanto che alla Dormillouse 2.505 metri ne rasentava la cima, ho proseguito sino al lungo ponte del Lac de Serre Ponçon per rendermi conto che tutte le montagne erano tra coperte o sfiorate da "straccio cumuli". Con una punta di rammarico sono allora tornato, la valle che saliva verso Barcelonnette era nelle stesse condizioni, o dopo avere fatto 800 metri QFE su Seyne, lentamente sono risalito perché anche lì nel giro di quei pochi minuti aveva cominciato a stratificare. Rotta verso casa non senza aver fatto una puntatina a Puimoisson

Volo a vela, alianti - Fayence - L'aeroporto di Puimoisson

in vista del lago de Ste Croix, ho poi sorvolato le Gorge du Verdon sempre suggestive, ma che così dall'alto però perdono gran parte del loro fascino. Intanto si erano sviluppati qua e là verso est e nord diverse cellule temporalesche di cui si vedevano le cime degli imponenti nembi. Una turbolenza sgradevolissima "agitava" il volo in questa fascia circum temporalesca che stavo percorrendo verso casa. Dopo l'atterraggio, eccomi a crogiolarmi al sole come in un pomeriggio in spiaggia, mentre smontavo l'aliante... per finire la giornata di volo poi, con una bella doccia purificatrice...

Martedì 29
Alle otto ed un quarto del mattino "ZA" atterrava proveniente da Barcelonnette, dopo aver dormito in hangar, e con una punta di ironia mi ha detto che già così presto aveva fatto un'ora di volo, poi subito dopo aver sistemato l'aliante è corso via perché per lui oggi è una giornata di lavoro. Michel Trial è rientrato ieri sera dopo le 10 e mezzo con un recupero via strada da Landry di 1000 km, qualcuno così al briefing ironizzava che erano stati fatti i mille. Giornata non volabile Meteosat, subito all'interno delle Alpi, dà il passaggio di una copertura, questo in contrasto su quanto Minitel dice in proposito del tempo. In sette od otto ci offriamo per andare a Montare la Janus C di Michel, altroché montare uno standard...
Filippo, Claudio e Maurizio arriveranno questa sera sul tardi, così Filippo mi ha annunciato entusiasta per telefono questa mattina alle otto, poi alle undici lo stesso Filippo mi ha ritelefonato sconsolato dicendomi che Betta, la sua ragazza, subito dopo che ci eravamo sentiti, era stata investita in motorino ed era stata ricoverata con una caviglia rotta e doveva essere operata. Anche Claudio a questo punto forse non verrà... resta solo Maurizio. Un vero peccato avremmo fatto un bel gruppetto.
Quindi una giornata di riposo giusto per fare bucato...

Mercoledì 30
Sembra una bella giornata, Maurizio che è arrivato ieri sera sta prendendo contatto con l'ambiente, mentre facciamo colazione gli spiego diverse cose, gli presento le varie persone, l'accompagno al bureau per l'iscrizione, l'assicurazione ecc., poi alle nove c'è il briefing dove prende i contatti per fare il primo volo di prova e finalmente andiamo a montare, Maurizio deve inserire i vari piloni, gli aeroporti ed i campi atterrabili della zona, ma si accorge che il computer di bordo li rifiuta... non ha convertito i secondi da centesimali in sessagesimali... né buttiamo quindi alcuni a mano, Fayence, Barcelonnette, Puimoisson, La Mure, Thorame, Saint Crepin ecc., poi andiamo in linea, Maurizio deve fare il volo in biposto, ed io per guadagnare tempo gli vado a prendere il panino e l'acqua minerale, il tempo passa, gli altri decollano quasi tutti, si fanno cumuli anche sulla verticale del campo e per un po' temo che si possa chiudere l'uscita da Fayence verso nord. Mentre Maurizio atterra col K13, finalmente decollo, Maurizio mi viene ad attaccare il gancio del traino, e mi sembra un po' perso, infatti mi comunica di essere "cotto"... troppe cose ha dovuto fare. Mi sgancio quasi subito sulla testata ovest e lo aspetto... sembra non arrivare mai, verso nord dopo la Pente non si vede proprio niente, il plafond in pianura è 1.400, speriamo che andando verso il Malay ed il Lachens si alzi altrimenti addio volo sulle Alpi. "ZN" che è decollato subito prima di me, intanto comunica che al Lachens si possono fare i 2.000, mi sento ora più tranquillo intanto vedo l'aliante di Maurizio decollare... Da come parla per radio, mi rendo conto che si è ripreso, il decollo gli ha fatto scaricare la prima piccola dose di adrenalina, seguo tutto il suo traino, poi quando si sgancia apro i diruttori e scendo alla sua quota e così comincia il nostro volo. Vedo che fiducioso si infila dietro a me nella foschia, solito percorso, solita ricerca, poi arrivati al Lachens, subito la riconosce come suo trampolino di lancio con l'aquilone sia nel 1979 che nell'81. Via verso nord, si apre come al solito lo scenario fantastico di queste Alpi della Provenza, incontriamo un fronte di brezza, per un po' avanziamo salendo di fianco ai cumuli... Maurizio è decisamente sveglio e procediamo senza problemi, solita rotta, ogni tanto lo rassicuro che comunque salendo siamo sempre in efficienza su Fayence. "Ecco il lago di Allos"

Volo a vela, alianti - Fayence - Il Lago di Allos

gli dico, "poi il Mont Pelat" comunque per radio facciamo un casino da matti, con la comprensione degli altri amici francesi consapevoli del fatto che Maurizio per la prima volta si inoltrava in quel terreno così bello, ma anche così terrorizzante... "Non preoccuparti" gli dicevo, "siamo sempre in efficienza su qualche cosa...". e gli mostravo via via prima l'aeroporto di Barcelonnette, poi quello di Saint Crepin. Maurizio mi domandava se c'erano sempre condizioni così, ed io gli rispondevo che c'erano anche delle giornate migliori, ad ogni modo si poteva essere soddisfatti di come ci si poteva muovere...
Oggi Eric Larribet con il ASH 25 è andato al Monte Bianco! Degli altri non ho per il momento notizie.
Questa sera la Cantine era chiusa, io e Maurizio siamo andati a mangiare a Seillan in posto molto bello all'aperto su di una piazzetta "Les deux rocs", mangiato bene e speso il suo giusto.

Giovedì 31
Queste mattina le porte e le finestre degli uffici e della sala briefing, dopo le otto erano ancora chiuse, ho poi saputo che Michel Trial ieri è atterrato ad Aosta. Invece da Aosta è arrivato Giacinto Giorgio con il suo ASW 27 nuovo anzi nuovissimo, era al terzo volo, peccato che per il fatto che la Cantine ieri sera fosse chiusa abbiamo potuto incontrarci solo questa mattina. Ha a bordo un Peschges VP6 come il mio, naturalmente ultima versione, che gli hanno consegnato senza neanche un data base con almeno qualche pilone dentro. Così con il mio PC portatile, gli ho buttato dentro il mio file "Alpi".... con 250 tra campi atterrabili, aeroporti e piloni. Gli ho poi spiegato alcune delle funzioni più importanti dello strumento, che naturalmente gli era stato consegnato anche senza un manuale che non fosse scritto in tedesco... Così durante il volo di ritorno verso Aosta ha potuto, finalmente provarne le capacità.
E' diverso tempo che non piove, oggi quando sono stato trainato, al decollo, l'aereo è gradatamente e completamente scomparso in una nube di polvere, ho staccato immerso in questo turbine giallastro senza null'altro vedere, sino a quando il Morane allo stacco a sua volta né è ricomparso al di sopra, lasciando sul terreno le sole scie delle ruote che sono andate assottigliandosi sino a sparire.
Giornata non male per volare, almeno sino a Barcelonnette, incredibile sotto una coperture alta e piuttosto densa con rari sprazzi di sereno, si formavano dei cumuli con delle ascendenze piuttosto interessanti e con un plafond sino a 3.400. Io e Maurizio siamo andati a spasso ed abbiamo fatto un bel volo rilassante. Siamo atterrati quasi in contemporanea con Michel in arrivo da Aosta e che aveva fatto tutta la prima parte del volo in dinamica.
Domani, mi ha telefonato, arriva anche Adriano.

Venerdì primo agosto
Questa mattina era coperto, l'immagine di Meteosat mostrava una grossa perturbazione che lambiva la parte orientale della Francia e l'Italia sino ad oltre l'altezza di Roma. Michel Trial ci ha quindi invitati a fare un ampio giro in macchina per "les champes posables". Il sole già alle nove splendeva e la coda della perturbazione ci aveva lasciati, il cielo era di un blu intenso, l'aria tersa e spirava un moderato Mistral, durante il nostro giro non abbiamo mai notato alianti anche se in certe zone, come a St André les Alpes, c'erano dei magnifici cumuli, volavano comunque decine di delta e parapendio. Invero era una giornata molto difficile da gestire, agganci molto complicati nei bassi strati, ma onda sino a 6.000 metri, ma completamente chiuso verso nord, da Briançhon in poi, così mi è stato detto da chi oggi aveva volato.
Abbiamo mangiato splendidamente a Saint Auban, un paesino in una valletta ad est tra la Foux e la Bernarde. Eravamo in tre macchine e siamo rientrati soltanto alle otto di sera proprio mentre arrivava anche Adriano.

Volo a vela, alianti - Fayence - Un "primo piano" del Monviso

Sabato 2
Sveglia alle sette è mezza, per montare gli alianti con il fresco, ieri sera Adriano ha ricevuto le prime informazioni, su usi e costumi di questo aeroporto, briefing sui campi atterrabili, possibili percorsi... Insomma era "quasi" pronto per affrontare la sua prima giornata sulle Alpi Francesi. Non riusciamo a decollare presto come avremmo voluto, questa mattina in linea non c'erano tutti i traini perché alcuni dei trainatori erano impegnati in una riunione... anche nei migliori club il volo a vela parlato può prendere il sopravvento su quello volato. Niente di grave non era una giornata così eccezzionale come si sarebbe sperato. Appena in volo, fatichiamo a trovarci, Adriano non ha ben chiari i riferimenti a cui si faceva capo... Finalmente riusciamo ad uscire dalla valle, molta foschia plafond non altissimo termiche abbastanza buone ma "cazzute", arriviamo in vista della Bernarde, spira un leggero nord ovest, Adriano e Maurizio non sembrano seguirmi con sicurezza, non mi stanno attaccati e finiscono col girare non proprio nei posti giusti, così prima uno poi l'altro si infognano. Maurizio per poco non atterra vicino al ristorante di Saint Auban dove avevamo mangiato il giorno prima... Adriano anche lui, piuttosto basso lo devo dirigere verso il campo de La Mure, ma per fortuna riesce a riagganciare, io in questa lunga fase, mi sentivo veramente sconfitto per non riuscire a coordinare il volo dei due amici... Finalmente ci ritroviamo tutti vicini a base cumulo, "intimo" che d'ora in poi mi si debba volare attaccato... possiamo così proseguire il volo in tutta scioltezza, Tocchiamo Thorame, poi le Chaval Blanc e con grande gioia di Maurizio ci dirigiamo verso l'aeroporto di Saint Auban (nella valle della Durance, omonimo del paesino nei pressi della Bernarde), dove lui era stato a volare, quando ancora non osava muoversi dal cono di efficienza, ora arrivare da lontano fare una termica in zona e ripartire verso altri lidi è stata per lui una soddisfazione immensa. Qui il volo, praticamente di pianura è proseguito in direzione di Puimoisson, poi in direzione di casa di nuovo dentro le montagne, passando a nord del Canjuers. Il plafond scendeva, c'era foschia e ci si giostrava intorno ai cumuli cercando buchi di visibilità per passare, fase non priva di emozioni, ma senza problemi. A Logis de Pin siamo passati nella parte sud del Lachens, poi in una "finestra" sotto i cumuli si è superato anche la linea di cresta del Malay ed eccoci in "local de Fayence".

Domenica 3
Questa mattina ci siamo svegliati con il cielo coperto. Maurizio ha voluto provare il Dimona 115 hp turbocompresso e la ha trovata una "macchinina" molto interessante. Sempre in mattinata ci ha sorvolato un Canadair, che poi in un passaggio asse pista, ha scaricato acqua proprio nella zona dove si crea la polvere decollando, hanno detto che per radio il pilota aveva chiesto di poter scaricare acqua "prima" della pista per liberarsene, ma per "combinazione", ha bagnato, guarda caso, dove ci serviva...
E' venuto fuori un po' di sole, con cumuli bassi, nel primo pomeriggio Maurizio ed Adriano hanno fatto un voletto qui intorno tanto per rompere la giornata. Io mi sono riposato... Sono stato un paio di ore, accanto all'aliante, col GPS del VP6 acceso per vedere se finalmente si decideva a costruirsi una mappa dei satelliti decente, ma non c'è stato verso di farlo partire... Questo modo di funzionare o meglio di "non" funzionare del mio GPS è una vera rottura di scatole! Poi pensando e ripensando, per eliminare tutte le possibile cause di questo malfunzionamento, ho ripetuto tutte le prove, ma con il cellulare GSM spento... Vuoi che sia stato un caso, ma da quel momento il GPS ha incominciato ad inizializzarsi, prima quasi subito, poi subito... E nei giorni successivi non ho più avuto problemi... Accidenti era proprio il telefonino tenuto acceso che gli dava fastidio.
Michel Trial, uscendo basso in una piccola finestra tra base nube e creste, è andato sino al Monviso incontrando condizioni in montagna molto interessanti e plafond sino a 3.500, dicendo che era una giornata fantastica... è stato comunque l'unico a muoversi da Fayence e Pascal ha detto che se Michel è arrivato "solo" al Monviso, non doveva essere poi così "fantastica".
Maurizio ed Adriano, sentito cosa Michel aveva fatto, si sono sentiti veramente "male" per non aver neanche tentato di uscire dalla valle...

Lunedì 4
Questa mattina la giornata non si presenta male, anche se come è quasi una regola in questi giorni, il Lachens ha plafond bassi che costringono ad uscite a sole poche centinaia di metri dal fondo valle verso nord. E' vero c'è subito Logis de Pin che ti aspetta, ma...
Ad Adriano e Maurizio, sulla mia coda si è anche aggregato Ferdinando Giardini, in volo ci ritroviamo quasi subito dopo il decollo. Verso nord si vedono tanti cumuli, forse troppi si giudica, porto quindi gli amici verso ovest rimanendo a sud del Canjuers. Inizialmente il plafond è di 1.500, non si vedono grandi cumuli avanti però sono fiducioso della giornata e vengo seguito con decisione dagli altri anche se in questa fase del volo risulta difficile rimanere tutti uniti. arrivando da ovest il lago de Ste Croix resta nascosto dall'altopiano del Gran Plan de Canjuers e solo quando si è molto vicini comincia a comparire. Ferdinando Giardini e rimasto più indietro degli altri, ma sembra molto determinato e continuamente chiede conferme sulla rotta da seguire. Ora si gira verso nord e mostro sulla sinistra l'aeroporto di Puimoisson, i primi cumuli in quella zona ci si formano davanti e seguendo la rotta più energetica arriviamo al traverso est di Digne. I cumuli all'interno verso est sembrano belli alti e formati, decido quindi di spostarmi sulla barre de Dourbes, qui si perde un po' di tempo per agganciare un buon valore, essendo una termica già "occupata" da tre alianti ed un motoaliante ad elica ferma che vi stanno spiralando. Intanto Ferdinando ci raggiunge, attraversiamo verso le Chaval Blanche dove con un 3.400 iniziamo l'attraversamento verso il lago di Allos. Maurizio si discosta dalla nostra rotta e spostatosi più a sinistra di quanto non siamo perde almeno trecento metri rispetto a noi, ironizzo su questa scelta e lo invito a riavvicinarsi a noi... Adriano vede così per la prima volta il lago di Allos, porto tutti a salire sul Mont Pelat,

Volo a vela, alianti - Fayence - Mont Pelat

ma la sua termica violenta e rotta non consente sempre, a chi non ne ha esperienza, di salire rapidamente ad ogni modo proseguiamo più o meno tutti alla stessa quota sino alla Montagne de l'Alpe, mostro Barcelonnette e si parla della copertura che a nord già sul Gran Bérard sembra incombere anche se sotto appaiono dei buoni cumuli. Si può certamente proseguire, ho poi saputo che Michel è andato a fare "del turismo" volovelistico sul Monte Bianco e che Pascal è arrivato al Passo del Gran San Bernardo, ma decidiamo di tornare, la responsabilità di portare in giro tre alianti è grande e non vorrei che la stanchezza giocasse a qualcuno un qualche brutto scherzo. Eccoci allora nel planatone verso Fayence, Maurizio urla dalla gioia e dice di sentirsi come in un orgasmo senza fine... Si ride e si scherza su questo paragone... Si gioca di fianco ai cumuli, il plafond si abbassa più o meno quanto noi in planata Per rientrare a Fayence si deve individuare un buco per passare e così avviene per tutti in punti diversi senza mai perdere il contatto visivo con il terreno... Dopo l'atterraggio ancora emotivamente caricati andiamo su invito di Ferdinando tutti alla Cantine a bere qualcosa ed a riraccontarci le fasi del volo.
In serata mi telefona Enzo Canestraro e mi annuncia che L'Aero Club d'Italia, attraverso il collegio dei probiviri ha annullato la sospensione inflittami dal consiglio dell'Aero Club Volovelistico del Mugello. Sospensione di quattordici giorni per non avere fatto la "botte" lo scorso sei aprile. Per di più la motivazione della revoca "ad honorem" della pena suona come una pesante condanna per chi me la ha inflitta... Maurizio mi abbraccia, anche Adriano appena viene a saperlo mi abbraccia. In attesa della cena Maurizio Cocchi scrive la seguente cartolina al club:
Molte taverne, poche botti. Tante bottiglie di splendidi vini per brindare a Bartolini e quando tra i cumuli ci tira... quello, il nostro cuore è sempre al Mugello. A presto!

Martedì 5
Oggi è coperto, Maurizio questa mattina presto è tornato a casa, io ed Adriano siamo andati a Nizza al magazzino Leroy-Merlin, due ore di una attenta visita... Siamo tornati per la Rue Napoleon ed abbiamo visitato Caille, il campo de La Chapelle e a Logis de Pin... Una bevutina sulla piazza di Mons e poi a casa per una magnifica doccia.
Piacevolissima serata a casa Sangiorgi con Sergio, Nanà, Michel, Teresa e Pascale.
Michel oggi con l'ASH 25 è andato al Monviso, pare che oggi sulle Alpi si siano mossi dal campo ben pochi alianti oltre allo stesso Michel, Pascal ed un istruttore di Saint Auban..

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Mercoledì 6
Sono annunciati temporali, io ed Adriano andiamo comunque in volo. Verso nord già scarica, quindi decidiamo di spostarci verso ovest, all'inizio il volo, essendo quasi locale, non dà motivo di interesse se non più di tanto. I cumuli comunque tengono e man mano che ci spostiamo verso il lago della Ste Croix, il valore delle ascendenze è in crescendo, troppo in crescendo, sulla verticale del lago, mentre già sul Verdon scarica, facciamo una ascendenza con punte medie sino a 5,5 ms, proseguiamo sino a Puimoisson e poi a Digne, insomma niente di speciale, solo che sta oramai coprendosi con una notevole rapidità, si decide quindi di tornare... Sul lago della Ste Croix il temporale già imperversa... Passiamo aggirandolo più a sud ovest. Anche il Canjuers è completamente chiuso, si avanza verso casa nella fascia antistante a sud la linea dei rovesci, è tutto abbastanza portante e siamo in efficienza su Fayence... poi il plafond incomincia ad abbassarsi notevolmente, io e Adriano allarghiamo verso sud per aggirare l'ostacolo, prendiamo le prime gocce di pioggia, poi subito dopo uno scroscio, sono oramai a circa 25 chilometri da casa. Adriano è dietro a me e decide di tornare in direzione del campo di Ampus, io continuo a rimanere sopra il rateo di planata e chiamo Fayence da dove mi dicono che da ovest e sud è possibile rientrare... proseguo il volo controllando costantemente quota, quota minima di planata e rotta GPS, resto sempre sopra il rateo di planata, ma non vedere il campo crea un certo disagio. finalmente ecco il paese di Fayence, poi un angolino dell'aeroporto ed infine si delinea deciso il campo là dietro l'ultima collinina, la passo con sufficiente quota, avrei comunque anche potuto aggirarla, poi fuori tutti i diruttori ed atterro in diretta. Mi chiedono subito degli altri piloti in giro e comunico che non ho notizie fresche se non di Adriano che è rimasto fuori. Ora anche in Fayence minaccia temporale, non smonto l'aliante ma lo porto in hangar dovendo andare a recuperare Adriano. Giselle dalla segreteria mi dice che "TA" è atterrato senza problemi a Lorgues dopo Draguignan, ma non è in grado di dirmi di più perché questa notizia è arrivata dalla Gendarmerie che non ha detto niente di più... Attacco il carrello e parto, Adriano durante il percorso avrebbe comunque dovuto chiamarmi sul GSM per darmi ulteriori dettagli, ma lungo la strada praticamente non c'è linea... Arrivo a Lorgues e cerco di capire dove può esserci una piana dove ci si può posare, giro un po' senza successo e poi mi fermo da un distributore di benzina dove telefonando prima alla gendarmeria, poi alla guardia municipale, mi si dice che devo recarmi alla caserma dei "Pompier"... Mi vedono arrivare col carrello, si meravigliano per la sua lunghezza, giro all'interno del loro cortile e con una Panda 4X4 mi si fa strada sino a dove Adriano è atterrato. Entusiasta mi dice dell'accoglienza ricevuta, sono venuti tutti anche il sindaco, poi i giornalisti e dopo domani ci sarà la notizia su Nice Matin nella cronaca di Draguignan, prendiamo le coordinate del campo, non si sa mai potrebbero servire... Smontiamo ed alle otto di sera siamo già di nuovo in aeroporto. Finiamo la serata cenando a Seillan con due amici francesi.

Giovedì 7
Oggi non si è volato, ancora temporali in giro anche se poi la situazione si è rivelata meno problematica del previsto. Adriano è tornato a casa, è arrivato un altro pilota italiano con un DG 300... Si chiama Paolo Baffi.

Venerdì 8
Oggi cinque ore e quarantadue primi di volo, ho faticato ad uscire da valle e mi sono giocato un volo oltre la Maurienne, era una giornata con termiche molto rotte quindi piuttosto antipatica, al ritorno appena ho annunciato il "local di Fayence" mi si è chiesto di andare a recuperare il Paolo Baffi, che era atterrato a Logis de Pin

Volo a vela, alianti - Fayence - Logis de Pin

non rendendosi bene conto che usciti dalla Lachens il terreno è alto più di mille metri, e se uno non lo sa gli resta ben poco da sondare... La chiave del cancello di Logis de Pin non si trovava, così abbiamo ritardato la partenza per cercarla, alla fine il problema si è risolto decidendo comunque di partire, mentre di sua iniziativa Paolo Baffi aveva aperto sfilando il cancello dai cardini. Ci ha accompagnato Micaelis un giovane pilota di diciassette anni. Abbiamo cenato intorno alle undici al Chirane di Seillan.

Sabato 9
La giornata si presenta come ieri, a terra come al solito fa molto caldo, chiedo ad Eric Larribet se è disposto a caricarmi sul suo ASH 25, accetta di buon grado, iniziamo i preparativi, mi chiede quanto peso e come resto di zavorra carica 20 litri per parte, questa operazione è estremamente noiosa, il 25 fa una fatica enorme ad assorbire sifonando l'acqua dalla tanica. Decolliamo naturalmente tra i primi, vediamo razzolare basso sulla Pente sud l'aliante che ci aveva preceduto, si decide quindi di proseguire il traino sino al Malay dove allo sgancio appena galleggiando, riusciamo a portarci al Lachens per poi uscire a costonare sulla Barre di Seranon dove arriviamo bassini iniziando la ricerca di una prima termica, sondando il costone per tutta la sua lunghezza. C'è foschia la visibilità non è delle migliori e non sembra esserci nulla, quasi pare di dover rinunciare poi finalmente il variometro si decide a salire, la giornata sembra partire in ritardo, con prudenza e sfruttando tutte le doti del 25, gradatamente ci spostiamo verso nord. Mi rendo conto subito che quel volo in quelle condizioni, dove è necessario sondare moltissimo e sfruttare ogni sbuffo, non si può fare altro che con un aliante con quelle caratteristiche. Oggi le termiche, sono abbastanza rare e piuttosto rotte, non a caso non si vedono altri alianti in giro e per radio le conversazioni sono piuttosto rade. Anche il plafond non è esaltante ed con una media veramente da ciclista si arriva finalmente a Barcelonnette... Si va comunque avanti facendo la rotta tradizionale, alianti si continua a vederne veramente pochi, con queste condizioni il tempo scorre lento e per rompere la monotonia si sgranocchia qualche caramella ed un croccantino al sesamo che io offro ad Eric e che gradisce molto.
L'ASH25 nel posto davanti non so, ma dietro è veramente scomodo, sono seduto incassato su me stesso e l'asta delle cinture mi batte proprio sulla radice del collo, ho tutta la schiena indolenzita e queste prime due ore di volo mi fanno veramente soffrire (in silenzio). Studio una posizione accettabile, per prima cosa un provvidenziale cuscinetto che dovrebbe servire da poggia gomiti, lo infilo tra paracadute e reni, il secondo cuscinetto, lo metto parallelo al collo quindi verticale, mi serve per impedire di toccare con le vertebre l'asta delle cinture. Infine mi metto con il busto nella posizione più verticale possibile, tirandomi su a fatica sino quasi a toccare con la testa la cappottina, cosi non peso più sulla schiena e finalmente riesco a trovare un equilibrio.
Intanto il volo prosegue, la visibilità ora è quella tradizionale della massa d'aria alpina, si scorgono quasi all'orizzonte montagne come il Thabor ed il Grand Roc Noir, la media sembra aumentare e finalmente il plafond diventa interessante dal Grand Pic de Rochebrune in poi. Sul versante italiano, come quasi sempre, si stende una copertura molto più bassa di noi, senza tanti problemi, ma sempre con termiche noiosamente rotte arriviamo abbastanza bene alla Maurienne anche se non sempre le ascendenze sono evidenziate dai cumuli. Attraversiamo la vallata molto ad ovest per poi sull'altro versante andare verso est in direzione della valle di Rhêmes. Spiccano da una parte la Grande Casse e la Grande Motte e poi il Gran Paradiso, più avanti ancora, sulla destra la Grivola. I colori variano dal blu intenso dei vari laghetti al bianco ed azzurro dei ghiacciai, ad una dominante marrone scuro delle montagne non innevate ed al verde del fondo valle verso Aosta. Finalmente sul biposto ho la possibilità di gustarmi a fondo il panorama in particolare l'imponenza dei vari spuntoni di roccia, guglie, creste, pareti, gole dai colori e forme quasi infinite. Sempre molto alti passiamo sui costoni a nord est di Aosta, scendere sotto i duemila cinquecento qui significherebbe passare l'inversione e non riuscire più a risalire, almeno in tempo utile per il ritorno. Il fondo valle sembra spento confronto alla luce smagliante dei quattromila ed oltre. Dopo esserci appoggiati agli imponenti contrafforti che sono a nord ovest di Aosta, non tardiamo molto ad infilarci nel versante Svizzero passando sui campi da sci estivi che sono nel lato ovest del Monte Rosa che ora ci appare in tutta la sua maestosità. Il Cervino poco distante, attira continuamente lo sguardo dalle diverse prospettive che la traiettoria del nostro volo ci consente di avere. Ci muoviamo ora alla massima efficienza in un'aria pressoché calma verso Zermatt percorrendo il lungo circo del Rosa per arrivare sino a Sass Fee che fotografiamo come punto più lontano del nostro volo. Eric mi dice quasi continuamente di controllare che non ci siano altri alianti in giro confusi sul costone nell'immensità bianca dei nevai di questa montagna. Solo qualche ascendenza o meglio qualche sbuffo ogni tanto ci raccoglie e consente al 25 di riguadagnare qualche metro che Eric fa ondeggiare per prolungarne la permanenza nei punti col variometro positivo.. Ma ciò non può bastare, ora la linea di cresta del Rosa appare ben più alta di quanto non siamo, per scavalcare e ritornare verso sud occorre fare almeno quattromila metri. Il nostro girovagare ci porta ora con prua verso nord ovest, abbiamo sul lato destro il Cervino, imponente e solenne visto da almeno mille metri sotto la sua cima di 4478 metri. Ecco una specie di fumulus condensarsi davanti a noi, è certamente un rotorino, corriamo là e subito agganciamo, un minimo di difficoltà a centrare poi dopo due o trecento metri più in alto siamo in un laminare bello rotondo di tre metri, tre metri e mezzo al secondo, è l'onda del Cervino che ci fa salire tanto rapidamente da potere apprezzare il cambio di punto di vista che il nostro muoversi verso l'alto ci offre. Il Cervino ci sfila di fianco e man mano che si sale perde la sua maestosa imponenza ed una volta arrivati alla quota della sua vetta, comincia a schiacciarsi, ed ora un senso di aver vinto ancora una volta ci consente di svolgere lo sguardo lontano verso la via del ritorno. Dietro i crinali del Rosa intanto appaiono le vette del gran Paradiso e la Grivola. Ci fermiamo sui 5.400, non abbiamo l'impianto ad ossigeno e prendiamo la via del ritorno, ripassiamo sulla stazione di sci del Rosa, dove i gatti nel frattempo hanno finito di spianare le piste e dopo un ultimo sguardo a questa immensità di neve, ghiaccio e crepacci ci ritroviamo nel centro della valle d'Aosta, anche qui un metrino laminare ci consente di guadagnare altro tempo. Eccoci di nuovo nel centro della valle di Rhêmes, altro laminare un po' più forte e qui ci fermiamo per riprendere qualche metro. E' ora una passeggiata verso il lago del Moncenisio, se non fosse stato per un aliante in testata pista all'aeroporto di Sollières quasi non ci saremmo accorti di riattraversare la Maurienne. Rotta verso est, molto ad est, Eric vuol saggiare tutta la linea dove sembra esserci l'incontro delle due masse d'aria. Quella padana e quella alpina, ma non sembra essere una confluenza e solo aria estremamente calma dove ogni tanto si stacca qualche ascendenza e così andiamo avanti più che altro delfinando, sopra i crinali che dividono le vallate che a quest'ora, è oramai pomeriggio inoltrato appaiono già piuttosto scure. Eric, nel caso non lo sapessi mi dice che quella non è la rotta ideale per il ritorno, infatti i cumuli con una bella base piatta e la luce di una massa d'aria più limpida, si trovano molto più a ovest... Le nubi sulla nostra rotta hanno invece connotati molto più indefiniti, i contorni stracciati e sembrano non avere nessuna forma di energia. Il terreno scende comunque con noi ed il nostro avanzare è facilitato. Arriviamo al Monviso, troppo bassi per agganciarlo e rimediamo sui costoni dell'Argentera, sotto poco distante scorgiamo le macchine che arrancano tra i tornanti. Invero non c'è un granché da salire e ci spostiamo più ad ovest dove sembra ancora esserci più sole. Una nuova salita, forse la prima della giornata non turbolenta e rotta, e praticamente siamo in efficienza per Fayence. Eric non si accontenta di un ritorno in diretta e continua a navigare sempre ad est ben oltre la frontiera italiana. Intanto si chiacchiera, prendo io i comandi e seguendo le creste come su di una strada tortuosa, porto il 25 sin quasi a casa. Eccoci a terra dopo oltre otto ore di volo, poi a cena a casa di Eric per raccontarci le fasi del volo e prolungarne così il piacere.
Chi da Fayence, dopo di noi è andato più lontano si è fermato alla Grivola. Era proprio una giornata difficile e di quasi esclusivo uso per una "Grand Plume".

Domenica 10
Volo con Giardini, l'ho accompagnato a fare i trecento... Al briefing meteo/percorsi delle dieci e mezzo ha scelto un'andata e ritorno da Plampinet. Mi segue sin dalla partenza abbastanza bene, anche se lo devo spesso aspettare perché l'LS4 su cui vola perde notevolmente rispetto al 24. Dopo Barcelonnette il plafond si fa veramente interessante, Ferdinando però in questa fase del volo mi sembra abbastanza incerto forse timoroso, e per un po' ho l'impressione di doverlo veramente tirare, mi sale poco e non viene a spiralare dove sono io e tende a fermarsi in punti meno interessanti forse pensando di non trovare di meglio. Poco prima di Plampinet facciamo un 4.000 sotto cumulo, parto e vado col GPS sul pilone e per radio invito Ferdinando a fare altrettanto, dopo essermi assicurato che mi abbia ben seguito con lo sguardo. Anche lui si decide e lo vedo mentre fa un ampio giro nella zona di Plampinet per tornare, dopo aver fotografato, con me a riagganciare al cumulo dei 4.000 che continuava a stazionare sul Gauthier. Iniziamo quindi un ritorno facile con condizioni splendide, ma quando già ci sentivamo a casa, subito dopo avere attraversato la valle di Barcellonnette vediamo il plafond abbassarsi con gli evidenti segni di vaste cellule temporalesche già in atto. Mi vedo costretto a virare verso destra per conservare sempre visibilità verso il suolo, continuamente però devo aggirare come in uno slalom, sempre nuove formazioni nuvolose in rapida evoluzione. Ferdinando mi segue a fatica, in questa fase pesa moltissimo la differenza di efficienza dei due alianti, ogni tanto devo fare un trecentosessanta per controllare se Ferdinando mi è veramente dietro e per essere certo di non venire perso di vista. Dopo questa fase di tensione, bene o male finalmente arriviamo ai costoni dove inizia la valle della Durance in cui, fuori dai rilievi, la zona così instabile sembra finire. Guardando verso ovest c'è un pieno sole ma si evidenzia anche una massa d'aria sporca, poco invitante certamente con scarse ascendenze, sono tranquillo perché comunque siamo in planata su Puimoisson, mi scoccia però un po' dover rinunciare così subito e con Ferdinando d'accordo, sempre conservando la possibilità di tornare a Puimoisson, proseguiamo verso le Gorge du Verdon dove c'è uno straccio di cumulo che si forma e si disfa, in effetti non dà molto... Proseguiamo ancora, questa volta in rotta verso il campo di Aups, ci avviciniamo intanto a casa, non si sa mai che lungo la strada a sud del Canjuers non ci sia la possibilità di trovare qualche cosa da agganciare. "Prima Aups, poi Ampus, infine Fayence..." Mi dico basterebbero un paio di termiche ed un po' di plafond per arrivare, ad ogni modo ci si muoverebbe sempre in sicurezza verso uno di questi tre punti. Intanto siamo solo verso Aups, avanzando già ne vedo la spianata ed invito Ferdinando a seguirmi anche se lui essendo più basso di me non si sente poi così sicuro, quasi temendo di non riuscire a passare un ultimo ostacolo orografico all'uscita dell'altopiano del Gran Plan de Canjuers. Pochi minuti e siamo sulla verticale Aups, anche Ferdinando è arrivato bene, per atterrare c'è solo l'imbarazzo della scelta... Piano però, troviamo uno zerino o qualche cosa che comunque ci fa guadagnare qualche metro... Ma tutto finisce lì... Davanti poi sembra non esserci proprio niente... Si sta comunque in aria ed intanto si studia la situazione... ci si rende conto che oramai si deve atterrare, cambia quindi lo stato d'animo, all'aggressività del ritorno, segue una serena consapevolezza che il volo sia finito proprio lì... Siamo scarrocciati verso ovest, c'è una brezza piuttosto tesa, si deve atterrare in direzione est... Scegliamo il punto, Ferdinando va giù per primo, io lo seguo dopo un paio di minuti, scavalco gli alberi ed eccomi a terra, il terreno è molle e dopo aver toccato alla minima il 24 si ferma in circa 75 metri.

Volo a vela, alianti - Fayence - Fuori campo ad  Aups

Io e Ferdinando ci veniamo incontro, ci stringiamo la mano e ci diciamo che comunque è stato un bel volo, anzi un bellissimo volo. Aups poi è un posto bellissimo, una grande spianata contornata da boschi, nella tenuta c'è una villa molto curata con intorno prati all'inglese. Mentre ci avviciniamo alla casa, non c'è nessuno, due cani ci abbaiano... Un attimo di incertezza... Poi subito facciamo amicizia... Ci seguiranno per tutta la serata, mentre passeggiamo ai limiti del bosco in attesa che ci vengano a recuperare gli amici che abbiamo avvertito col GSM. Ricevo una telefonata da Rieti, è Sandro Montemaggi che mi dice che oggi ha vinto la prova... gli racconto del fuori campo e scherziamo assieme. Arriva il fattore, facciamo due chiacchiere, ci dice che la tenuta appartiene ad un italiano, si chiama Grosoli ed è di Padova, che ogni tanto viene e si ferma qualche giorno... Arriva il buio ed arrivano anche i carrelli, smontiamo, siamo pronti per ripartire, il cane più grosso un lupo, si piazza sulla mia macchina e per ben tre volte dobbiamo tirarlo giù, si lamenta, non ne vuole sapere di scendere, vuol venire via con me... Bella cena all'aperto nella caratteristica piazzetta provenzale del paese, ce la prendiamo comoda tanto sappiamo che domani pioverà. Oggi Michel e Paolo Stella sono atterrati a La Mure... Con l'ASH25... Nel canale a fondo campo... Pur avendo toccato in testata, si è mangiato tutti i trecento metri... I freni non hanno funzionato... Michel è tremendamente incazzato... il carrello si è rotto... Niente di grave comunque.

Lunedì 11
Pioggia battente per tutto il giorno, le nostre automobili hanno perso così tutta la caratteristica patina gialla che le ricopriva, d'ora in avanti anche al decollo non ci si immergerà più in una nuvola di polvere. Alla sera cena a Mandelieu a casa di Ferdinando Giardini per festeggiare i trecento...

Martedì 12
Tornato il sole, è però ancora troppo umido, decido di volare ugualmente, ma dopo due ore e mezza sono di nuovo a casa perché in giro tutto si stratificava ed il plafond era solo dai duemila a duemila cinquecento metri, domani è prevista una temperatura impossibile, se continua questa massa d'aria, andiamo a fare una gita al lago di Allos... Forse...

Mercoledì 13
Gita in macchina al lago di Allos nel parco del Mercantur con Paolo Stella, Paolo Baffi e Jean Francois Ferrari. Giornata magnifica, troviamo un posto per l'automobile veramente fantastico nel parcheggio del parco. C'è un sacco di gente, ci incamminiamo nel largo sentiero che in quarantacinque minuti ci porterà al lago, dove si stava magnificamente, l'unico aliante che vediamo passare è il 304 pilotato da Felix, che sotto la cresta aggira il Mont Pelat. Rimaniamo a prendere il sole sino alle quattro, quando il tempo sembra imbronciarsi, come da manuale per quel giorno. Infatti più tardi in automobile siamo presi da un forte temporale in zona Castellane. Visibilità in certi punti di soli dieci metri... si deve avanzare a passo d'uomo facciamo tardi e come fregata serale finiamo al ristorante di St Auban, dove pochi giorni prima si era mangiato così bene quando ci si era andati con Michel, ci hanno trattato proprio come turisti di bassa lega...

Giovedì 14
Ferdinando ha sbagliato la fotografia di Plampinet, quindi i suoi trecento non sono validi, oggi si è programmato di rifarli. Sono uscito bene dalla valle in un tempo ragionevolmente breve, ma Ferdinando invece ha perso molto tempo, quindi tutto da rinviare all'anno prossimo... Persa l'occasione di accompagnare Ferdinando, ho volato seguendo per un certo tratto lo Janus su cui era Jean Francois, che ha 5.000 ore su aliante e 6.500 come pilota di linea. Non era però in giornata, e siccome il plafond era un po' basso ha rinunciato ad andare a nord portandosi invece nella valle della Durance, io lo ho seguito senza tanta convinzione soprattutto per vedere come volava, poi quando ero all'altezza del lago di St. Croix, l'ho lasciato e mi sono messo in planata per Fayence facendo il percorso a sud del Canjuers, per intenderci quello che, invece di atterrare ad Aups, avrei dovuto fare qualche giorno prima, se ce ne fosse stata la possibilità.
Dopo Barcelonnette invece le condizioni erano buone, anzi ottime. Sono arrivati in volo da Aosta Giacinto Giorgio con il 27 ed un giovane pilota col 24 di nome Mauro Lorenzoni.

Venerdì 14
Chi ha volato ha detto "journée merdic", io ho indovinato andando al mare a Cannes da Ferdinando e con sua moglie Mari, ed i cognati Maurizio e Paola ci siamo portati col suo barchino sull'isola più piccola delle Lerins dove abbiamo fatto un magnifico
bagno, ritorno con onde continuamente spruzzati dal mare...
Questa sera cena a casa di Michel e Teresa e domani si torna a casa...

Giancarlo Bresciani

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