In questa descrizione c'è molto "gergo", chiedo scusa ai lettori non volovelisti, sperando che l'insieme sia ugualmente comprensibile, soprattutto per ciò che concerne lo spirito e la filosofia del volo a vela.
Sono comunque a disposizione per chiunque voglia delucidazioni in merito.

Giancarlo Bresciani


Un volo sulle Alpi Francesi
Sabato 9 agosto 1997.


La giornata si presenta come ieri, a terra come al solito fa molto caldo, chiedo ad Eric Larribet se è disposto a caricarmi sul suo ASH 25, accetta di buon grado, iniziamo i preparativi, mi chiede quanto peso e come resto di zavorra carica 20 litri per parte, questa operazione è estremamente noiosa, il 25 fa una fatica enorme ad assorbire sifonando l'acqua dalla tanica. Decolliamo naturalmente tra i primi,

Volo a vela, alianti - Fayence

vediamo razzolare basso sulla Pente sud l'aliante che ci aveva preceduto, si decide quindi di proseguire il traino sino al Malay dove allo sgancio appena galleggiando, riusciamo a portarci al Lachens per poi uscire a costonare sulla Barre di Seranon dove arriviamo bassini iniziando la ricerca di una prima termica, sondando il costone per tutta la sua lunghezza. C'è foschia la visibilità non è delle migliori e non sembra esserci nulla, quasi pare di dover rinunciare poi finalmente il variometro si decide a salire, la giornata sembra partire in ritardo, con prudenza e sfruttando tutte le doti del 25, gradatamente ci spostiamo verso nord. Mi rendo conto subito che quel volo in quelle condizioni, dove è necessario sondare moltissimo e sfruttare ogni sbuffo, non si può fare altro che con un aliante con quelle caratteristiche. Oggi le termiche, sono abbastanza rare e piuttosto rotte, non a caso non si vedono altri alianti in giro e per radio le conversazioni sono piuttosto rade. Anche il plafond non è esaltante ed con una media veramente da ciclista si arriva finalmente a Barcelonnette... Si va comunque avanti facendo la rotta tradizionale, alianti si continua a vederne veramente pochi, con queste condizioni il tempo scorre lento e per rompere la monotonia si sgranocchia qualche caramella ed un croccantino al sesamo che io offro ad Eric e che gradisce molto.

Volo a vela, alianti - Fayence

L'ASH25 nel posto davanti non so, ma dietro è veramente scomodo, sono seduto incassato su me stesso e l'asta delle cinture mi batte proprio sulla radice del collo, ho tutta la schiena indolenzita e queste prime due ore di volo mi fanno veramente soffrire (in silenzio). Studio una posizione accettabile, per prima cosa un provvidenziale cuscinetto che dovrebbe servire da poggia gomiti, lo infilo tra paracadute e reni, il secondo cuscinetto, lo metto parallelo al collo quindi verticale, mi serve per impedire di toccare con le vertebre l'asta delle cinture. Infine mi metto con il busto nella posizione più verticale possibile, tirandomi su a fatica sino quasi a toccare con la testa la cappottina, cosi non peso più sulla schiena e finalmente riesco a trovare un equilibrio.
Intanto il volo prosegue, la visibilità ora è quella tradizionale della massa d'aria alpina, si scorgono quasi all'orizzonte montagne come il Thabor ed il Grand Roc Noir, la media sembra aumentare e finalmente il plafond diventa interessante dal Grand Pic de Rochebrune in poi. Sul versante italiano, come quasi sempre, si stende una copertura molto più bassa di noi, senza tanti problemi, ma sempre con termiche noiosamente rotte arriviamo abbastanza bene alla Maurienne anche se non sempre le ascendenze sono evidenziate dai cumuli. Attraversiamo la vallata molto ad ovest per poi sull'altro versante andare verso est in direzione della valle di Rhêmes. Spiccano da una parte la Grande Casse e la Grande Motte e poi il Gran Paradiso, più avanti ancora, sulla destra la Grivola.

Volo a vela, alianti - Fayence

I colori variano dal blu intenso dei vari laghetti al bianco ed azzurro dei ghiacciai, ad una dominante marrone scuro delle montagne non innevate ed al verde del fondo valle verso Aosta. Finalmente sul biposto ho la possibilità di gustarmi a fondo il panorama in particolare l'imponenza dei vari spuntoni di roccia, guglie, creste, pareti, gole dai colori e forme quasi infinite. Sempre molto alti passiamo sui costoni a nord est di Aosta, scendere sotto i duemila cinquecento qui significherebbe passare l'inversione e non riuscire più a risalire, almeno in tempo utile per il ritorno. Il fondo valle sembra spento confronto alla luce smagliante dei quattromila ed oltre. Dopo esserci appoggiati agli imponenti contrafforti che sono a nord ovest di Aosta, non tardiamo molto ad infilarci nel versante Svizzero passando sui campi da sci estivi che sono nel lato ovest del Monte Rosa

Volo a vela, alianti - Fayence

che ora ci appare in tutta la sua maestosità. Il Cervino poco distante, attira continuamente lo sguardo dalle diverse prospettive che la traiettoria del nostro volo ci consente di avere. Ci muoviamo ora alla massima efficienza in un'aria pressoché calma verso Zermatt percorrendo il lungo circo del Rosa per arrivare sino a Sass Fee che fotografiamo come punto più lontano del nostro volo. Eric mi dice quasi continuamente di controllare che non ci siano altri alianti in giro confusi sul costone nell'immensità bianca dei nevai di questa montagna. Solo qualche ascendenza o meglio qualche sbuffo ogni tanto ci raccoglie e consente al 25 di riguadagnare qualche metro che Eric fa ondeggiare per prolungarne la permanenza nei punti col variometro positivo.. Ma ciò non può bastare, ora la linea di cresta del Rosa

Volo a vela, alianti - Fayence

appare ben più alta di quanto non siamo, per scavalcare e ritornare verso sud occorre fare almeno quattromila metri. Il nostro girovagare ci porta ora con prua verso nord ovest, abbiamo sul lato destro il Cervino,

Volo a vela, alianti - Fayence

imponente e solenne visto da almeno mille metri sotto la sua cima di 4478 metri. Ecco una specie di fumulus condensarsi davanti a noi, è certamente un rotorino, corriamo là e subito agganciamo, un minimo di difficoltà a centrare poi dopo due o trecento metri più in alto siamo in un laminare bello rotondo di tre metri, tre metri e mezzo al secondo, è l'onda del Cervino che ci fa salire tanto rapidamente da potere apprezzare il cambio di punto di vista che il nostro muoversi verso l'alto ci offre. Il Cervino ci sfila di fianco e man mano che si sale perde la sua maestosa imponenza ed una volta arrivati alla quota della sua vetta,

Volo a vela, alianti - Fayence

comincia a schiacciarsi, ed ora un senso di aver vinto ancora una volta ci consente di svolgere lo sguardo lontano verso la via del ritorno. Dietro i crinali del Rosa intanto appaiono le vette del gran Paradiso e la Grivola. Ci fermiamo sui 5.400, non abbiamo l'impianto ad ossigeno e prendiamo la via del ritorno, ripassiamo sulla stazione di sci del Rosa, dove i gatti nel frattempo hanno finito di spianare le piste e dopo un ultimo sguardo a questa immensità di neve, ghiaccio e crepacci ci ritroviamo nel centro della valle d'Aosta, anche qui un metrino laminare ci consente di guadagnare altro tempo. Eccoci di nuovo nel centro della valle di Rhêmes, altro laminare un po' più forte e qui ci fermiamo per riprendere qualche metro. E' ora una passeggiata verso il lago del Moncenisio, se non fosse stato per un aliante in testata pista all'aeroporto di Sollières quasi non ci saremmo accorti di riattraversare la Maurienne. Rotta verso est, molto ad est, Eric vuol saggiare tutta la linea dove sembra esserci l'incontro delle due masse d'aria. Quella padana e quella alpina,

Volo a vela, alianti - Fayence

ma non sembra essere una confluenza e solo aria estremamente calma dove ogni tanto si stacca qualche ascendenza e così andiamo avanti più che altro delfinando, sopra i crinali che dividono le vallate che a quest'ora, è oramai pomeriggio inoltrato appaiono già piuttosto scure. Eric, nel caso non lo sapessi mi dice che quella non è la rotta ideale per il ritorno, infatti i cumuli con una bella base piatta e la luce di una massa d'aria più limpida, si trovano molto più a ovest... Le nubi sulla nostra rotta hanno invece connotati molto più indefiniti, i contorni stracciati e sembrano non avere nessuna forma di energia. Il terreno scende comunque con noi ed il nostro avanzare è facilitato. Arriviamo al Monviso, troppo bassi per agganciarlo e rimediamo sui costoni dell'Argentera, sotto poco distante scorgiamo le macchine che arrancano tra i tornanti. Invero non c'è un granché da salire e ci spostiamo più ad ovest dove sembra ancora esserci più sole. Una nuova salita, forse la prima della giornata non turbolenta e rotta, e praticamente siamo in efficienza per Fayence. Eric non si accontenta di un ritorno in diretta e continua a navigare sempre ad est ben oltre la frontiera italiana. Intanto si chiacchiera, prendo io i comandi e seguendo le creste come su di una strada tortuosa, porto il 25 sin quasi a casa. Eccoci a terra dopo oltre otto ore di volo, poi a cena a casa di Eric per raccontarci le fasi del volo e prolungarne così il piacere.
Chi da Fayence, dopo di noi è andato più lontano si è fermato alla Grivola. Era proprio una giornata difficile e di quasi esclusivo uso per una "Grand Plume".

Giancarlo Bresciani

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