CHAPITOLO VII

PLAMPINET

Dalla zona dell'Izoard o, più ad Est, al Peyre Eyraute, vi accingente a fare il grande salto verso il Saint Graal.
Dall'Izoard o dal Pic de Rochebrune, quindi molto alti dato che potete esserci andati perché il plafond è molto elevato, è logico vedere il Chaberton, à 15 km a Nord. Risparmiando la quota, potete raggiungerlo sopra la cima e risalire verso i 3500-4000. Non dimenticate di avere un pensiero per i militari che qui presidiarono le batterie - Serietà!
Poi seguite la frontiera italiana che vi porterà senza sofferenze a Plampinet arrivando da Est. Questa non è che la variane più classica, ma è valida solo con le buone condizioni.
Se il Chaberton vi intimidisce, raggiungente semplicemente il costone di Plampinet - Gd Chalvet, Pte de Pécé sulla carta - se vi sembra buono, altrimenti, il massiccio del Granon.
Sono queste due opzioni uguali che avrete venendo da Peyre Eyraute.
La scelta non è difficile, basata sull'osservazione meteo e le informazioni radio. Per di più, all'ora che arrivate, intorno alle 15 probabilmente, parecchi alianti sono in zona segnalando il meglio. Guardate passando i campi di St Blaise e di Rosier.
Il massiccio del Granon è generalmente buono e si può attaccarlo basso per il costone del Peyrole, bene esposto al sole ed alla brezza di valle. E' sufficiente rifare qui un plafond, per andare sul pilone.
Idem per il costone di Plampinet: non dà che una termica verso la metà, ma buona, gran plafond, grossa salita media (Vz sino a 7m/s !).
Andando sul pilone, potete approfittare del roccione di Plampinet, nel prolungamento del costone. E' la roccia del Guion per lo stato civile.
Da qui, clic! e la foto è in tasca.
Un'occhiata verso l'Italia, a volte sugli strati che risalgono dalla pianura del Po, verso il Jaffreau ed il Rochemolle, le tappe successive quando andrete più a Nord...
Ora, siete il re del mondo, ce l'avete fatta, non vi resta che rientrare per bagnare una nuova stella nel firmamento del volo a vela.

 


CHAPITOLO VIII

IL RITORNO CLASSICO

Il Ritorno non dovrà porvi dei problemi maggiori se la situazione meteo non è degradata dietro di voi mentre andavate verso Nord cosa che avete man mano verificato.
In generale controllatevi: sarebbe un peccato di vanificare i vostri sforzi per arrivare sino a questo punto per finire fuori campo, a causa di una euforia che potrebbe portarvi a dei percorsi od a delle scelte rischiose. Provare a rientrare a 120 Km/h di media è perfettamente inutile.
Rifate il plafond verso il Granon o all'estremità sud del costone di Plampinet prima di attraversare, secondo la quota, direttamente verso Peyre Eyraute se siete alti o versa la Croix de Bretagne se lo siete meno in modo da risalire per la cresta vero il Peygu, spesso buono.
Tenete conto della brezza di valle, che vi è contraria, restate per quanto possibile sopra le creste e rifate il plafond a Sud di Briançon.
Ecco una esperienza personale che descriverà cosa può capitare se si fa cilecca.
Partito dalla cresta del Vars intorno ai 5000, con un LS4, ho fotografato Plampinet, raggiunta in diretta circa a 3500. Poi per radio parlavano di buone termiche verso il Granon, dove sono arrivato senza trovare niente.
Ahimè, una enorme copertura si avvicinava rapidamente da Nord-Ovest in procinto di mettere in ombra tutto il Nord della valle di St Crépin, tale da spegnere ogni termica.
A questo punto, solo due elementi mi erano favorevoli: ero ancora circa a tremila, ed il Sud della valle appariva ancora bene soleggiato.
Ho preso la decisione di raggiungere questa zona al più presto, per il percorso più corto, cioè per la valle.
All'inizio del tragitto lasciando le crêtes de Peyrole, un tasso di caduta sensibile per di più con un vento contrario, mi rese evidente che le altre opzioni per il massiccio de la Condamine o la Croix de Bretagne erano impraticabili: rappresentavano un rischio maggiore, arrivandovi basso e probabilmente sotto vento.
Quindi dovevo considerare di poter entrare a St Crépin (a 30 km dal Peyrole), con in alternativa St Blaise in caso di problemi.
Ma questa planata, matematicamente assicurata con efficienza 20 e con un discreto margine (avevo un LS4 scarico), era molto stressante per due ragioni :
- St Crépin non era in vista poiché la valle fa un gomito ad Est vicino all'Argentière, ed è poco gradevole non poter visualizzare la quota d'arrivo.
- In corrispondenza di questo gomito vi è una strettoia con la Tête du Puy ad Est ed i contrafforti dell'Ecrins ad Ovest, che accelera per effetto venturi la brezza di valle man mano che si avanza e si perde quota.
Non vedevo l'ora di superare il gomito per vedere St Crépin e cercare di risalire poiché, per poter agganciare alla tête du Puy, che sbarra la valle, bisognava raggiungere la sua faccia Sud.
finalmente, raggiunta l'Argentière, virata a sinistra per attaccare il costone del Puy. Contemporaneamente appare, St Crépin, ad una distanza accettabile, ma sono a 1800 m. Ho perduto 1200 m in 20 km, sarebbe meglio non portarsi sul Peyrole ed lasciarsi scendere sul posto!
Certo, la tête du Puy, attaccata bassa, sugli alberi, dà sul costone, ma in modo caotico ed un po' difficoltoso, dato che a questa quota, essendo concavo non permette che di fare dei piccoli otto.
Non mi resta che saltare sulla Tête du Peyron, sempre basso sugli alberi, ancora un costone caotico, ma il miglioramento è imminente dato che sono tornato al sole. Ancora 200 m di salita, da cui raggiungere Prachaval sopra il suo pendio dolce, poco sfruttabile, e che lo separa da St Crépin.
Prachaval comunque, è bene orientato al sole e risalgo facilmente sopra la cresta per poter proseguire normalmente il volo. Finalmente! E' da notare che Prachaval è molto meglio sulla fine del pomeriggio sino a tardi.
Quel giorno, in seguito ho ritrovato l'onda sulla crête de Vars, e stanco di trascinarmi raso al suolo, ho preso 5500 m per poter planare tranquillamente sino Fayence. Come dicevano i Romani, " la rupe Tarpea è vicina al Campidoglio ... ".
Piccolo debriefing di questo smacco: la causa è stata la fiducia cieca sull'indicazione radio di ascendenze sul Granon, mi ha tratto in inganno. Un ritorno più all'Est per il costone di Plampinet sarebbe stato probabilmente più felice. Morale: preferire la vista all'udito!
Un grosso inconveniente di questo tipo di incatramatura, anche se finisce bene, senza troppa perdita di tempo, è che stressa parecchio: assicurasi in seguito una fetta di volo facile per recuperare è prudenziale, soprattutto se siete ancora lontani dal campo.
Tornando a voi, che avete rifatto il plafond a Sud di Briançon. Sia sul Peygu se avete scelto la Croix de Bretagne, sia sul Peyre Eyraute o al Mouriare più ad Ovest. Da cui seguire le creste verso Prachaval, verso Sud, il percorso è di sovente molto favorevole, la perdita di quota può essere minima sino al salto verso la crête de Vars, che è la destinazione classica.
Ma lasciando Prachaval, se vi sentite di variare il menù, si presenta una opzione simpatica e molto piacevole : mirare Font Sancte per la cresta immediatamente ad Est a quella del Vars, la Crête des Veyres. Potete seguire questa cresta poi il costone Nord sino ad un passo stretto " a colpo d'ascia ", che vi apparirà all'ultimo momento: il Col des Houerts, a 2900 m. Il passaggio è grandioso, si cade bruscamente come attraversare un muro, nell'alta Ubaye che seguirete a Sud verso la Tête de l'Homme poi Siguret. Siguret rimane buono anche tardi per la sua posizione saliente nella valle che consente alle sue facce Sud ed Ovest di essere, anche verso sera, assolate.
L'opzione classica, un po' più corta, per la cresta poi per il col de Vars dove potete rifare il pieno, vi permetterà di scegliere tra il Siguret e la Bérard, dove è anche presente sino a tardi un importante plafond che può passare i 4000 m.
A questo punto, verso i 3500 m. o di più al Gd Bérard o al Siguret, potete ragionevolmente considerarvi come rientrati, se starete in rotta correttamente e se la valle d'Allos è priva di cattive sorprese dello stile temporali diffusi. A volte anche, la massa d'aria si carica talmente di umidità, senza sviluppi verticali pericolosi, ed i cumuli finiscono per " crollare " sotto forma di precipitazioni o semplicemente con un plafond abbassato.
Questi fenomeni li potete osservare di persona, ma ad ogni modo, ci sono molte possibilità per chi è ancora lontano, che la radio vi abbia già informato.
Quantunque sia, profittate della traversata della valle di Barcelonnette per documentarvi sulla Vallée d'Allos, rimanendo in grado di rientrare a Barcelo in caso di dubbio: non passate, per esempio, il Cols du Talon o d'Allos " al pelo " per ritrovarvi nell'agonia dietro, in una massa d'aria morta.
Se tutto va bene due opzioni :
L'opzione di lusso, con le buone condizioni - che è il caso più frequente a metà od a fine del pomeriggio di una bella giornata, arrivate alti verso il Pelat , circa a 3000 m o di più, ed impostate il vostro percorso sulle creste che portano al Gd Coyer, per la Fréma.
Se potete spostatevi leggermente verso la valle, è praticamente legale, (1 000 m/suolo) per il Mercantour, ed il tasso di caduta essendo debole, arriverete al Gd Coyer verso i 3000. Qui, siete in efficienza 25 del Col di Valferrière, quindi rientrate. Rotta sul Lachens, nettamente visibile da lontano, volate alla massima efficienza. Passerete successivamente per il sicuro alternato de La Mure, di Soleihas poi di Caille - nel caso che, piccola precauzione: salvo essere ben alti sul fondo valle, non siate in vista del Col des Portes ma dello spiovente Est della Barres de Seranon, noterete anche, che in caso di vento da Sud, non avrete da oltrepassare delle creste sotto vento. E se siete bassi, potrete per contro, virando a destra, mettervi in costone faccia a Sud delle crêtes des Ferriers, della Foux o delle Barres de Seranon stesse, che vi faranno risalire e vi consentiranno di passare il Col di Valferrière.
Ma è un caso che si presenta raramente, all'ora in cui sarete in zona, normalmente verso le17-18h al più tardi. Potrete in più essere informati in anticipo grazie a la balise du Lachens che da' il vento, od ad informazioni radio. Partiti circa a 3000 dal Coyer, passerete normalmente Valferrière intorno ai 2000. Ritornate sulla 119,05 ed ordinate lo champagne!
L'altra opzione, meno radicale, vi porterà semplicemente a rifare la Vallée d'Allos, per il Graux, il Laupon, la zona de La Mure.
Da notare che il Cordoeil resta buono sino a tardi e vi può riportare in efficienza. Altrimenti si può percorrere la crête des Serres, Pic de Chamatte, ed infine i riferimenti già citati. Il percorso è in generale senza problemi in situazioni di regime di brezza, con dei tassi di discesa irrisori. Mi ricordo di avere fatto Dormillouse (a 2800 m) - Fayence senza una spirale, circa alle 17h30 in giugno, in K21 !

 


CHAPITOLO IX

LA VARIANTE OVEST DELLA SALITA VERSO ST CREPIN

Un flash-back ci riporta qualche ora indietro, in procinto di constatare che il passo della Vallée d'Allos non è attraversabile, fattore che ci porta a scegliere l'opzione più ad Ovest, per il Parcours. Lo raggiungiamo per il Cordoeil per il Cottelongue e la Denjuan. Questa spesso è l'opzione dei plafond bassi, intorno ai 2500 al Cordoeil, che portano a cominciare il percorso in volo di pendio. A questo riguardo, pur non emulando i kamikaze o quelli, amanti della vertigine, che preferiscono volare rasi al suolo, esiste un modo più radicale per fare il percorso: sempre dal Cordoeil, mirate il Col de Séonne (à 1400...) sorvolando il campo della Bâtie, incollatevi alla Montagne de Tournon pour raggiungere la faccia Ovest del Cheval Blanc e riprendere il Parcours. E' una soluzione di emergenza se non si riesce a passare la Cottelongue, ma per conquistare un primo Plampinet da solisti...
Una volta sul Parcours verso la Denjuan, siete in efficienza su Marcoux, vuoi di St Auban (a 40 km) o di Seyne (20 km) se siete alti.
Se vi trovate sotto le creste, circa a 2000, la zona sembra caotica, senza dei bei costoni che possano ispirarvi, che effettivamente sono tra i 2400-2500. E' necessario riprendere quota. Il Carton è di sovente buono, così anche la parte bassa del Denjuan lato Ovest. Altrimenti ritornate verso il Cheval Blanc, facile e performante sul costone: qui incrocerete probabilmente i kamikaze e presto riprenderete il petrolio che vi manca.
Prima di lanciarsi sul Parcours, un punto importante: è l'inizio del pomeriggio, potrebbero non essere ancora le 13 h se siete decollati presto e se siete usciti velocemente. A St Auban, sono ancora a tavola. Il Parcours non è ancora caldo e non vi potrà dare la sua migliore Vz. Non sperate quindi di transitare a 200 Km/h in un valore positivo!
Non siete comunque obbligati ad aspettare dei plafond elevati, all'inizio per muovervi, ne potete essere lontani dalle creste. Se siete a vostro agio nel volo di costone, questo non è tempo perso. Tenete i sassi alla distanza di 100 e 110 m. per sicurezza, seguite bene le curve di livello, occhi aperti poiché questi luoghi sono molto frequentati anche se è presto. 30 km di buona sorte vi aspettano sino alla Dormillouse. Non avete per un lungo periodo né scelte né calcoli da fare, approfittate del paesaggio ed apprezzate a fondo di essere con l'aliante qui, piuttosto che coinvolti in altri luoghi meno divertenti, come gli uffici delle imposte.
Arriverete alla Dormillouse vicini alla cima, e qui potrete fare il plafond. Se è fiacca, ripiegate verso Tête de Louis XVI per mantenere l'efficienza su Barcelonnette e raggiungete il Bérard sul costone per recuperare in una salita classica. Dato che una attraversamento bassi verso il Morgon, nella speranza di percorrere sulla faccia Nord della riva sinistra della Durance prima di Serre-Ponçon, è poco immaginabile, con la prospettiva di arrivare per terra bassi sul Guillaume se dovete passare per il lato Sud, ed a les Crots in caso di fiasco.
Se invece le condizioni sono migliori e permettono di arrivare sopra le creste verso il Morgon, avete più possibilità di scelta:
prendere in diretta le creste, verso il piccolo Ferrand e seguirle sino all'Aupillon poi al Parpaillon, che ha il vantaggio di riportarvi in zone conosciute e si può avverare una soluzione rapida verso il Nord.
Altrimenti, tirate sul Morgon poi al Guillaume dove poter arrivare ad una quota decente. Il costone qui è facile. E' il percorso classico dei volovelisti dei club della Durance e del C.F.H.N.
Da Guillaume, potrete restare sulla faccia Sud, il Clotinaille ed il Fouran vi porteranno sulla zona di St Crépin dove riprenderete così il percorso normale.
Se i plafond sono alti, avrete la possibilità d'evitare il rischio di attraversare la valle con delle condizioni talvolta dubbie verso Prachaval: converrà restare all'Ovest di St Crépin, sul massiccio prolungamento dell'Ecrins verso Sud.
Il meglio è passare da Guillaume sulla Tête de Lucy e rimanere sulle creste verso il Pic de Rochelaire, poi la Tête d'Amont, restando alti per raggiungere infine il massiccio del Granon e Plampinet. L'interesse maggiore di questa opzione è l'altezza del plafond, superiore a quella della parte Est della Valle di St Crépin. Sono spesso vicini ai 4000 e permettono di muoversi verso Nord in tutta sicurezza, sempre in efficienza su St Crépin, molto veloci ed a portata di Plampinet. Ma questo vantaggio ha contemporaneamente un limite di fattibilità: se i plafond non ci sono e le cime sono dentro, desta perplessità.
Questa opzione Ovest è più onerosa della Vallée d'Allos, ma può essere rapida se sfrutterete il Parcours du Combattant come si dovrebbe fare, vale a dire in costone puro: rifare qui il plafond ogni 10 km è troppo prudente e penalizzante.
Anche se è presto, risparmiate il tempo come la quota: nelle ore successive, potreste avere delle cattive sorprese, incatramarvi, aggirare un temporale, tutte cose che possono parecchio farvi rallentare, sarebbe triste non avere in fine di giornata, per rientrare, l'ora che avete perso di mattina per eccesso di prudenza nelle zone facili. Integrare questo parametro, che è la media oraria, non è determinante per un Plampinet, ma lo sarà per dei percorsi più lunghi: prendete la buona abitudine approfittando delle possibilità di accelerare, qualora si presentino.
Provare a tenere una media tra 80 e 100 km/h, calcolata sul tempo totale del volo è necessario per muoversi agiatamente nella nostra regione. Al di sotto, sarete ai limiti. Per di più, è un eccellente parametro per misurare i vostri progressi.

 

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