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TRIGGERS & FEEDERS
Di Justin Needham - da Sailplane & Gliding n.6/2001
Traduzione di Flavio Formosa

In Inglese si chiama "trigger", letteralmente il grilletto della pistola o del fucile, cioé qualcosa di relativamente piccolo in grado di liberare un'energia molto grande. Non esiste un termine appropriato per tradurlo in Italiano, ma si potrebbe chiamare, nel nostro caso, "punto di innesco". Si tratta infatti proprio di questo, un punto, in genere un particolare sul terreno ma potrebbe essere molte altre cose, che provoca il distacco di una bolla di aria calda ed innesca la formazione di una termica.
Immaginatevi una grossa bolla di aria che si sia riscaldata a contatto con il terreno. Si è espansa, è meno densa dell'aria più fredda che la circonda e vorrebbe salire. Non può però sollevarsi tutta insieme come un tappeto volante, perché lascerebbe un vuoto sotto di sé. Deve dunque trovare un modo di sfuggire che le consenta di essere rimpiazzata da altra aria che confluisca da tutto intorno. Quando la nostra bolla trova la sua via di fuga verso l'alto, è nata una termica.
Normalmente bisogna concentrarsi sulla ricerca delle singole sorgenti di termiche quando si è all'incirca sotto la metà altezza della base di convezione. Più in alto sfruttiamo la "popolazione" di termiche che si mescolano staccandosi da diverse zone del terreno, guidandoci con le nubi se ci sono. Ma anche quando siamo in alto, specialmente nelle giornate blu, è importante saper individuare i punti di innesco e i serbatoi di aria che li alimentano, detti in Inglese "feeders".
Un esempio possibile è quello di un soffitto intonacato con un bucciato molto grezzo, pieno di punte rivolte in basso. Immaginate che al piano superiore la vasca da bagno trabocchi e l'acqua inizi a filtrare dal soffitto. Da dove cadranno le gocce sul vostro pavimento ? Dalle parti appuntite del bucciato, ovviamente, e questo è esattamente quello che succede con l'aria calda che si solleva dal suolo.
Tutto questo è molto suggestivo, ma dimentica l'effetto del vento, del diverso riscaldamento della superficie terrestre, e non sottolinea a sufficienza l'importanza vitale del serbatoio di aria, o feeder.


L'importanza dei feeders
Una termica è buona solo quanto il serbatoio di aria che la alimenta. Non serve a niente avere il miglior punto di innesco del mondo se è circondato su tutti i lati da aria fredda, o da un tipo di terreno che impedisce l'afflusso di aria calda al trigger. Il nostro bel trigger non innescherà niente, perché non ha niente di disponibile da far sollevare.
Un buon serbatoio di aria calda è assolutamente vitale, così quando vi trovate bassi cercate di immaginare quanta aria calda può essersi formata in una certa zona del terreno, e se quest'aria può raggiungere il punto di innesco che avete individuato.
Un feeder classico è il fondo pianeggiante di una vallata. Queste zone favorite si riscaldano molto in fretta, come anche campi di granturco alto e secco, una città circondata da distese erbose. Non scartate a priori anche una valle che sembra fresca, se non avete di meglio. L'accumulo di energia termica può essere minore in questo caso, ma valutando un feeder bisogna tener conto del suo volume oltre che della temperatura. Le termiche sono oggetti enormi, e ci vuole un bel po' d'aria per produrle. Per questo un buon serbatoio a volte non è tanto una zona particolarmente calda, quanto una massa notevole di aria moderatamente più calda di quella circostante, dotata in più di un buon punto di innesco.
Evitate i campi verdi e molto umidi e le foreste fresche, naturalmente, ma il punto è che molte zone apparentemente insufficienti possono funzionare se scegliete di esplorarne i punti di innesco giusti. Quello che ad un'area manca in temperatura spesso lo ha in volume. Pensate costantemente anche a questo.
Sento spesso lamentele del tipo "... ma sono andato sulla cava, e non ho trovato niente!". Quando arrivate bassi su di una cava, state solo scommettendo che in quel momento stia facendo da innesco per una qualche massa di aria calda che si è formata nelle vicinanze, perché non si può creare una termica decente con il solo contenuto d'aria di una cava. La cava è solo un trigger molto caldo, che ha bisogno per funzionare di un serbatoio di alimentazione come qualsiasi altra cosa. Se vi buttate su di una cava, non sceglietene una circondata da prati umidi o boschi, mentre magari a poca distanza ci sono campi di grano secchi con un bel filare di alberi a fare da punto d'innesco!
Così un serbatoio d'aria calda per funzionare deve essere grande ed aperto. Se ci riflettete, sicuramente troverete esempi anche nella vostra zona abituale di punti di innesco praticamente perfetti che sistematicamente non funzionano, semplicemente perché non hanno un feeder che fornisca loro l'aria necessaria.
Per immaginarvi il feeder in azione dovete farvi un'idea precisa di come si comporta il vento al suolo. Da che parte soffia? Si incanala seguendo le caratteristiche del terreno per alimentare meglio alcuni triggers piuttosto che altri? O forse costringe l'aria a sollevarsi sopra un ostacolo orografico tagliando così la fornitura ad un trigger posto sopravvento ad esso? In una giornata di vento l'aria calda non riesce a raccogliersi con facilità, e dunque spesso le zone protette dal vento formano degli ottimi serbatoi di raccolta. Le termiche di sottovento si formano quando l'aria calda si raccoglie indisturbata dal vento su di un pendio in sottovento esposto al sole, e si distacca poi dalla cresta sottovento del pendio. Una volta formatesi, queste termiche possono essere molto potenti.
In montagna, un esempio classico è quello del picco roccioso che fa da trigger per l'aria calda che si forma nei serbatoi costituiti dalle vallate pietrose poste tutto intorno. Il picco, in questo caso, agisce come una vera e propria "ciminiera", convogliando termiche da direzioni anche diametralmente opposte tra di loro, purché il volume dei feeders sia sufficiente.
Considerare tutte queste caratteristiche dei serbatoi di termiche durante il vostro volo vi aiuterà ad immaginare dove i più grandi volumi di aria calda possono andare più facilmente, e quali possono essere le vie di fuga delle migliori masse d'aria calda. I feeders sono di importanza vitale, ed i principi di base sono :


- Le dimensioni : più grandi sono, meglio è
- Il flusso : quanto facilmente può l'aria svuotarsi da una certa zona?
- Tipo di terreno e di colture : scuro e secco è meglio di pallido, verde o umido
- L'ora : ricordatevi di masse d'aria calda residue, ad esempio sotto gli alberi, la sera
- La temperatura : provate ad immaginare quanto caldo sentireste se vi trovaste laggiù
- Il tempo : dopo che un serbatoio si è vuotato, potrebbe volerci del tempo perché l'aria calda si formi di nuovo, anche se in alcuni casi, specie in montagna, questo processo è pressoché continuo
- L'orientamento : le pendici delle colline rivolte a sud ricevono più calore dal sole
- Il vento al suolo : considerate se il vento favorisce un punto di innesco piuttosto di un altro.


Trovare i punti di innesco
Un trigger è qualcosa che disturba il flusso e dà alla massa d'aria una scusa per staccarsi da terra. I punti di innesco più grandi vincono sempre (a patto che abbiano un serbatoio d'alimentazione), ed un piccolo trigger vicino ad altri più grandi non riceve mai una chance. Una collina appuntita di 150 metri di fronte ad una catena montuosa probabilmente è inutile, ma la stessa collina in mezzo ad una zona pianeggiante produrrà quasi sicuramente le migliori termiche della giornata. Dovete cercare i triggers più grossi perché ruberanno tutta l'aria calda circostante, anche se in zone di pianura prive di caratteristiche salienti sono i piccoli punti di distacco che alla fine contano. Considerate qualsiasi cosa vediate, ma tenete a mente i principi di base :


- La scala : il trigger più grande vince sempre (purché abbia un feeder associato)
- I contrasti : i confini di zone di colture diverse, il limitare di una foresta, la riva di un lago o di un fiume
- Le gobbe : meglio ancora le cose appuntite (ricordate l'intonaco bucciato), picchi e costoni di roccia in montagna, collinette, meglio se con alberi, in pianura
- Caldo/freddo : un buon trigger è spesso un punto dove l'aria calda si scontra con aria fredda, e non il contrario. Pensate al lato sottovento di oggetti caldi (città, campi coltivati, aeroporti) e al lato sopravvento di oggetti freddi (laghi, mare, foreste, prati verdi)
- Le dimensioni : raramente scaturisce una buona termica da un piccolo punto di distacco, ma un gran feeder con un gran trigger produrrà quasi senz'altro un'ottima termica
- Direzione del vento : il vento spinge l'aria calda verso il vostro trigger? Le caratteristiche del terreno favoriscono qualche particolare combinazione?
- L'ora : la sera andate sul centro dei boschi, perché immagazzinano aria calda che rilasciano poi lentamente. Durante il giorno spesso un bosco fa solo da trigger per le pianure circostanti
- Fenomeni atmosferici : brezza di mare, fronti temporaleschi, il bordo dell'ombra delle nubi ed il possibile effetto di una copertura che avanza
- Qualsiasi altra cosa! : quando siete veramente disperati considerate qualsiasi cosa che possa disturbare anche di poco il flusso d'aria : case, siepi, alberi isolati, trattori, qualunque cosa.
Dovete considerare tutti questi fattori e combinarne il maggior numero possibile.
Il fattore caldo/freddo è spesso sottovalutato. Se vi trovate bassi tre o quattro chilometri sopravvento ad una città, non buttatevi in planata cieca verso le case se non siete sicuri di riuscire a raggiungere anche il limite sottovento della città. La termica che vi salverà molto raramente si trova sul lato sopravvento (freddo/caldo), più facilmente su quello sottovento dove l'aria calda viene spinta su quando incontra i campi più freschi. Allo stesso modo, il lato sopravvento di piantagioni e foreste spesso funziona.
Molti piloti di deltaplano che si sono spinti sul mare possono poi testimoniare che, con vento che spira da terra, la stessa linea di costa può essere il migliore degli inneschi.


Sfruttare i triggers
Una volta individuato un punto di distacco bisogna sfruttarlo. Nelle zone di pianura, prive di caratteristiche peculiari del terreno, succede che la base di una termica, una volta innescata, deriva con il vento aspirando aria dai campi sui quali passa come il tubo di un aspirapolvere. Agganciandola si può a volte galleggiare per molti chilometri a bassa quota, facendosi portare dal vento, finché la termica non passa su una zona eccezionalmente calda e vi permette di salire ed andarvene. Questo è una specie di innesco mobile, una volta che la termica si è distaccata si alimenta da sola, mantenendosi discretamente verticale durante il suo movimento con il vento.
D'altro canto un innesco fisso può essere un costone o una caratteristica particolare del terreno nella zona, tale da aggiudicarsi tutte le masse d'aria calda che si formano a contatto col suolo. Una volta che la termica si sia allontanata derivando con il vento dal suo innesco può non rimanere molta aria calda sotto di essa, cosicché per continuare a salire potreste dover tornare indietro fino al trigger e sfruttare la bolla successiva. Una salita a partire dalla cresta di una collina, ad esempio, potrebbe richiedere diversi di questi spostamenti.
Se vi trovate bassi e senza altre opzioni è meglio scegliere un trigger lungo, come una strada, una ferrovia, una linea di collinette, più o meno allineata nella direzione del vento, e seguirla scarrocciando con il vento per tentare di sondarla il più a lungo possibile. Se non avete neppure questa opzione, a volte paga parcheggiare sopra un possibile punto di innesco, anche in discendenza (purché non fortissima). Attendere con pazienza sopra l'unico trigger della zona può premiarvi con una salita decente.


Triggers e feeders sopravvalutati
Alcune leggendarie sorgenti di termiche non sono così buone come generalmente si crede. Una cava, come abbiamo visto, può essere un innesco eccellente, ma a meno che non sia enorme è una sorgente di termiche di per sé deludente. Un'industria pesante può essere anch'essa un buon innesco, ma non produce poi moltissimo calore, specialmente in estate quando il terreno circostante è probabile che abbia caratteristiche ben più favorevoli. A volte il calore di risulta delle ciminiere può essere utile, ma immaginatelo più come un innesco che come una termica bell' e pronta. E se decidete di infilarvi nella nube di fumo, trattenete il respiro e aspettatevi tanta turbolenza ed una salita spesso deludente.
I piccoli fuochi ricadono soprattutto nella categoria delle scelte disperate. Il fumo di un mucchio di foglie non vi terrà per aria da solo : se riuscite a salirci sopra è perché ha fatto da innesco a qualche massa d'aria circostante. Non fissatevi su di un fuocherello ignorando magari una fila di abitazioni di cemento, e non dimenticatevi che deve esserci un serbatoio d'aria da cui la termica possa attingere.


Triggers e feeders alternativi
Ci sono alcuni casi in cui una termica può staccarsi da sorgenti inattese, ma non si tratta in genere di esperienze di volo esaltanti. In inverno, quando il mare è più caldo della terra, le termiche possono nascere sulla linea di costa, approvvigionandosi di aria calda marina.
Sempre in inverno, le ciminiere delle industrie possono funzionare, e mi si dice, anche se declino ogni responsabilità, che le paludi nei mesi invernali possono rilasciare, in mancanza di altri movimenti, vapore acqueo che essendo meno denso dell'aria, si solleva. Si tratta comunque di casi disperati...


Triggers atmosferici
Questi inneschi nascono dalle condizioni atmosferiche e sono una categoria molto vasta. In generale considerate ogni effetto atmosferico che provoca la salita di una massa d'aria sopra un'altra. Su larga scala si parla ad esempio dell'avanzamento di un fronte freddo, quando l'aria più calda viene forzata in alto formando termiche e rovesci di pioggia. Su scala minore, l'avanzata di un temporale isolato spesso forza a sollevarsi l'aria di fronte a sé innescandovi le termiche. A volte si può volare a lungo rimanendo appena di fronte al cumulonembo, a patto però di conoscere i rischi ad esso associati.
Pensate anche all'effetto caldo/freddo provocato dall'ombra di un cumulo che spostandosi trasla una massa d'aria più fresca verso zone calde e ricche di possibili inneschi. Oppure all'effetto di trigger dei venti catabatici serali provocati dal raffreddamento delle pendici montuose (responsabile delle "magiche" ascendenze a tarda sera nel centro delle valli).
Infine non dimentichiamo i fronti di brezza di mare, che agiscono come fronti freddi in miniatura innescando e facendo sollevare ogni massa d'aria calda sul loro percorso.
Con tutti questi inneschi atmosferici è importante saper rimanere dalla parte buona per sfruttarne l'effetto : una volta oltrepassata la linea del fronte di brezza, per esempio, le condizioni peggiorano moltissimo immediatamente.
Termina qui l'illustrazione degli inneschi delle termiche e dei relativi serbatoi d'aria di alimentazione, triggers e feeders. Conoscere questi principi e osservarli continuamente durante il volo vi aiuterà a trovare e sfruttare un numero maggiore delle sorgenti di energia che si creano continuamente nella nostra atmosfera.



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