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A caccia dell'ascendenza
Di Jay Rebbeck - da Sailplane & Gliding n. 2/2001
Traduzione di Flavio Formosa

Per trovare le ascendenze migliori dobbiamo in qualche modo giudicare le correnti d'aria invisibili che ci circondano. Dobbiamo analizzare i segnali presenti nel cielo e a terra, integrare il tutto in un'immagine mentale e quindi decidere la direzione da prendere.
Il primo di questi tre compiti, raccogliere informazioni, richiede una vera sete di conoscenza. Volare in biposto con i campioni mostra come essi dedichino molta più attenzione e tempo all'osservazione esterna di quanto si creda necessario, e come essi siano sempre i primi a notare segnali come uccelli in termica o baffetti sotto la base nube.
Una precisa cognizione della direzione del vento è ugualmente importante. Cercate di stabilirla con i mezzi di cui disponete, e sulla base di ciò immaginate il vento che scorre come un fluido sul terreno dinanzi a voi. Potrete così figurarvi il comportamento della massa d'aria in movimento mentre si incanala nelle valli o supera i costoni sui quali vi troverete a volare.
Un'altra cosa da osservare è l'angolo del sole con il terreno. Quali effetti può avere il passaggio del sole da Est a Ovest nell'arco della giornata, o la sua differente altezza sull'orizzonte in diversi periodi dell'anno o diverse latitudini? Per esempio, avete mai notato una inspiegabile "stanca" nelle termiche nel primo pomeriggio, proprio quando vi attendereste le salite migliori? Justin Wills suggerisce che quando il sole è nel suo punto più alto, le ombre dei cumuli si stendono proprio sulla zona di terreno da cui si staccano le bolle termiche che li alimentano. Più tardi, quando i raggi solari formeranno un certo angolo, la porzione di terreno sotto il cumulo sarà meglio soleggiata per rinforzare la termica.


Costruirsi l'immagine mentale
Una volta raccolte le informazioni sugli effetti dell'irraggiamento solare e controllato il vento si tratta di processare questi dati per costruirsi un'immagine mentale di ciò che sta accadendo. Nel primo articolo di questa serie avevamo visto come il sole ed il vento interagivano con il pendio e l'onda, ma quale influenza hanno sulle convergenze e sui temporali? I libri ci insegnano che si crea una convergenza quando due masse d'aria con movimento opposto si incontrano. Così una convergenza di brezza di mare nasce quando una massa d'aria marina spinta verso terra si incontra con una massa diversa. Sembrerebbe che per dar luogo ad una convergenza le due masse d'aria debbano avere direzioni diametralmente opposte.
L'esperienza, tuttavia, mi ha insegnato che si possono formare convergenze sorprendentemente buone anche se le masse d'aria si incontrano ad un angolo molto minore. In pratica, notare un cambio di direzione del vento di appena 20° potrebbe permettervi di sfruttare una ottima zona di convergenza.
Sfruttare in volo i grossi temporali che si formano alle latitudini meridionali (Australia, Sud Africa) richiede un'attenta valutazione del movimento dell'aria su larga scala. Con venti che al suolo raggiungono i 90 km/h è necessaria una continua attenzione al comportamento del temporale stesso. Queste celle temporalesche sollevano spessi fronti di sabbia davanti ad esse, i quali tendono a spingere l'aria circostante verso l'alto. Si formano così dense e scure linee di ascendenza che possono essere percorse per centinaia di chilometri quando i temporali, come spesso accade, si formano a poca distanza l'uno dall'altro. La posizione migliore per sfruttarle è stare sotto il "tetto" nero, tra uno e cinque km. di distanza dalla cella temporalesca. Ci sono tuttavia dei rischi di cui bisogna tenere conto, primo tra tutti quello del fulmine. Vi sono stati casi di alianti colpiti in volo dal fulmine anche a dieci chilometri di distanza dal temporale, ben lontano dal cumulonembo.
I temporali isolati che si muovono con il vento si comportano in modo diverso da quelli che si espandono ma rimangono stazionari. I primi tendono a produrre ascendenza sul bordo sopravvento, continuamente alimentata dal riscaldamento solare. I temporali stazionari invece producono in genere salite su tre lati, escluso solo quello in cui il sole è oscurato dal cappello della nube distorto dal vento.
Così abbiamo costruito l'immagine della situazione, e adesso che direzione prendiamo?


La zona di comfort
Dove andare a cercare l'ascendenza dipende in gran parte dalla quota che abbiamo. Quando voliamo vicino alla base nube, in quella che potremmo chiamare la zona di comfort, le informazioni che cerchiamo sono decisamente diverse da quelle di cui abbiamo bisogno quando ci ritroviamo a quote più basse.
La quota è però relativa, come si definisce dunque quella che non è più confortevole, e perché ciò è così importante?
Una distinzione molto utile è dividere in due la zona di lavoro, cioè porre una divisione immaginaria a metà dell'altezza del plafond. Questo tiene conto del fatto che il comfort dipende da quanto siete vicini alla base di convezione. Mentre da noi è spesso possibile scendere fino a 600 metri ed essere sufficientemente sicuri di trovare da risalire, uno stesso tentativo condotto in condizioni Sudafricane con basi a 5500 metri quasi certamente finirà in lacrime : la termica che sta alimentando quel cumulo splendido potrebbe aver lasciato il suolo fino a mezz'ora prima, e non c'è alcuna garanzia che stia ancora tirando laggiù in basso.
Detta semplicemente, quando siamo sopra la metà del plafond ci troviamo più vicini alle nubi che al terreno, e dobbiamo quindi fare più attenzione a quello che vediamo a base nube. Scendendo sotto questa soglia, invece, le caratteristiche del terreno diventano più importanti ai fini delle nostre decisioni. Così, ad altezze diverse, cerchiamo informazioni diverse.


Cercare alla base delle nubi
Impiegate il tempo in salita per scegliere la vostra rotta successiva. Giunti alla base, il deterioramento della visibilità orizzontale rende difficile scegliere la direzione giusta. Se tuttavia siete costretti a posporre la decisione fino a quel punto, affidatevi alle ombre delle nubi che vedete avanti a voi : questo vi dirà in che direzione si realizza il miglior allineamento di termiche nelle vicinanze.
Quando scegliete tra una nuvola ed un'altra è più importante osservare le basi che le cime. Cercate le basi più scure e piatte viste di lato, ma quando vi arrivate sotto osservate se ci sono discontinuità nella base stessa. Nello scegliere la rotta, notate se la termica tende ad essere generalmente nella stessa posizione rispetto al cumulo in quel giorno. Questo avverrà più facilmente in alcune giornate piuttosto che in altre, e anche se riuscite a stabilire una regola, lo spostamento del sole da Est ad Ovest può ben causare lo spostamento delle termiche.
Ricordate anche che il cielo può apparire completamente diverso se visto da un'altra angolazione. Per evitare disorientamenti dopo aver girato un pilone, cominciate a familiarizzare con l'immagine diversa prima ancora di girare.
Una volta deciso dove pensate sia la migliore ascendenza, qual'è il modo migliore per cercarla sotto la nuvola? Per massimizzare il numero di termiche che sondate, portatevi a fianco del cumulo dal lato che sembra migliore, poi virate verso il centro. Io spesso faccio tre o quattro virate ad S sotto un cumulo prima di decidere se andare avanti o fermarmi a salire.


Trovarsi bassi
Sotto la metà altezza del plafond, inizio a sentirmi basso, tendo a perdere la capacità decisionale a lungo termine e mi ritrovo più occupato con le necessità immediate di risalire. Spesso paga effettuare una ampia deviazione per salire e togliersi dai guai. Quando vi ritrovate bassi, le vostre opzioni sono più limitate e spesso ne segue una salita in termica debole, con la relativa sudata di prammatica.
Trovandovi ora più vicini al terreno che alle nuvole, è necessario studiarlo meglio alla ricerca di possibili sorgenti di termiche. La cosa più importante da cercare sono le differenze nel riscaldamento della superficie terrestre.
Le termiche sono formate da bolle d'aria, più calde di quella che le circonda, che abbandonano la terra. Così luoghi che facilitino un buon differenziale di temperatura possono facilitare la formazione di termiche, ad esempio :
- punti caldi come piccole città, industrie, stazioni di servizio autostradali, ecc.
- il confine tra l'ombra della nube ed il sole, specialmente dal lato sopravvento, dove il sole inizia a scaldare una zona che prima era in ombra
- i confini tra zone di terreno con diverse capacità di riscaldamento, come ad esempio la zona di inizio innevamento di una montagna, o la sponda di un laghetto
- i pendii esposti al sole naturalmente favoriscono la formazione di termiche, ma esistono anche le termiche di sottovento, in giornate di vento relativamente modesto. In questo caso il pendio ripara l'aria dal vento consentendole di scaldarsi e quindi di staccarsi e salire.
Oltre a fare attenzione alle caratteristiche del terreno, una buona preparazione è importante per salvarsi rapidamente da un punto basso. Prima di tutto scegliete le vostre opzioni di atterraggio fuori campo con il maggior anticipo possibile, così quando vi trovate bassi potete concentrarvi solo sul tentare di risalire. Secondo, preparatevi mentalmente ed emotivamente. Quando siete bassi, spesso dovrete accontentarvi di una termica debole per sopravvivere. Mentre scendete, combattete la frustrazione e anticipatevi una salita lunga, calma e paziente. Resistete alla tentazione di abbandonare una termica debole troppo presto solo perché il vostro ritmo è stato spezzato.


La rotta energetica
Per trarre il massimo dal cielo in un volo di distanza è necessario allenamento. Il modo migliore di farlo è di gareggiare con gli amici in alianti di prestazioni simili. Personalmente ho imparato a fare le mie scelte facendo il mio volo ma osservando gli altri intorno a me. In gara, noterete differenze minime nelle prestazioni in salita, mentre in planata i migliori sapranno fare guadagni sorprendenti sfruttando efficientemente le rotte energetiche.
Il mio consiglio per ogni pilota che voglia migliorarsi di continuo è di gareggiare, confrontare ed imparare.

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