Scheda tecnica
Esistono diverse soluzioni per volare, ma il compromesso più plausibile non è stato inventato dall'uomo, bensì dalla natura; infatti i principi che regolano il volo e l'atterraggio degli aerei, non sono cosi dissimili dal principi che regolano il volo e 1'atterraggio degli uccelli,
e senza presunzione si può affermare che oggi, noi esseri umani, abbiamo imparato a volare altrettanto bene cosi come gli uccelli, e ciò ha comportato la soluzione di problemi molto complessi:
1) Come reperire l'energia per il decollo.
2) Come poi riuscire a mantenere il volo.
3) Come muoversi in avanti.
4) Ed infine come effettuare l'atterraggio.
L'aliante veleggiatore moderno è un mezzo completo e sofisticato per volare a cui manca solo l'energia per il decollo. L'aliante vola lungo una traiettoria discendente sfruttando una componente del peso come forza traente, e la sostentazione è dovuta all'effetto delle forze aerodinamiche che vengono esercitate sulle sue superfici durante il volo.
L'energia per il decollo viene fornita (normalmente) da un adeguato aeroplano che traina l'aliante sino ad una certa quota dove, dopo lo sgancio,
inizia il veleggiamento costituito da una serie di planate che portano l'aliante stesso a volare entro masse d'aria che salgono a velocità, superiore a quella con cui l'aliante scende, e contemporaneamente ci si può spostare anche a notevoli distanze. Ovviamente per fare ciò, l'aliante deve avere una certa efficienza, e per efficienza si intende la capacita, di coprire lunghi percorsi con ridotte perdite di quota.
Oggi si stanno diffondendo sempre più alianti con motori a scomparsa all'interno della fusoliera che consentono un decollo autonomo, di fare poi un volo come un normale aliante e se le condizioni di veleggiamento dovessero finire, riestrarre e riaccendere il motore per tornare alla base di partenza.
La fonte primaria di energia nell'atmosfera è fornita dall'irraggiamento solare, quindi i voli sono compiuti nelle ore della giornata in cui la radiazione solare è sufficientemente intensa,
pertanto l'esecuzione di prove su grandi distanze impone di volare a cospicue velocità per sfruttare al meglio le opportunità che vengono offerte.
I movimenti relativi delle masse d'aria consentono, anche senza l'ausilio diretto dell'attività solare di volare, sia sui costoni sopravento,
e sia attraverso moti ondulatori dell'atmosfera, raggiungendo quote stratosferiche per spostarsi poi lungo questi percorsi ascendenti per distanze che spesso superano i mille chilometri.
La ricerca di sempre più elevate prestazioni è un costante obbiettivo di progettisti e costruttori. Si mira così alla riduzione di resistenze passive (fusoliere di minima sezione frontale, superfici levigate, carrello retrattile). Si usano iper sostentatori (flaps) che opportunamente orientati consentono, sia di esaltare la portanza e la manovrabilità in volo lento, sia di ridurre la resistenza aerodinamica alle alte velocità.
Oggi per incrementare la velocità si adottano carichi alari notevolmente più elevati, ottenuti con l'impiego di serbatoi alari (ballast) che, prima del decollo, vengono riempiti d'acqua, avente la funzione di zavorra, ma che possono essere vuotati in volo allorquando risultasse conveniente. Un alto carico alare è poi vantaggioso per poter attraversare nel minor tempo possibile le zone in cui si manifestano le correnti discendenti.
L'aliante è fornito altresì di diruttori, superfici che fuoriuscendo dal dorso dell'ala e, disponendosi perpendicolarmente al piano dell'ala stessa, ne riducono drasticamente la portanza ed incrementano invece vistosamente la resistenza. I diruttori sono dosabili e consentono di eseguire traiettorie di discesa molto rapide, ed il loro scopo è di facilitare le manovre di atterraggio e consentono altresì di evitare spiacevoli situazioni che possono verificarsi in condizioni di severa turbolenza e di volo in prossimità di nubi. Con funzioni analoghe ai diruttori, alcuni modelli di aliante venivano forniti anche di paracadute caudale da utilizzare in fase di atterraggio, ma nelle macchine dell'ultima generazione fortemente performanti in ogni loro caratteristica, la "moda" seppur con un certo fascino del paracadute di coda si è completamente abbandonata. Si studiano invece soluzioni per paracaduti balistici per consentire la discesa dell'intero aliante anche in caso di rotture strutturali a causa di collisioni o per superamento della VNE (Velocity Never Exceed)
Un supporto fondamentale alla condotta del volo è dato dalla strumentazione di bordo: l'indicatore di velocità, l'altimetro, il variometro, il virosbandometro, la bussola, la radio ricetrasmittente, sono gli strumenti fondamentali, mentre la misurazione della media di salita tramite un cronometro, l'uso dell'anello di Mc Cready per la planata ed il barografo, sono stati oggi sostituiti da computer di bordo in grado di analizzare e registrare tutti i parametri di volo fornendo una ricca scelta di opzioni di cui, tra le più importanti vi è il posizionamento GPS, vero ausilio per la navigazione, la misurazione del vento e la possibilità a terra di rivivere il volo, registrato con un logger, rivedendolo su di un normale PC.
Il funzionamento degli strumenti è pneumatico, giroscopico, elettrico, elettronico ecc., l'alimentazione è fornita da appositi impianti, batterie e spesso celle solari. Per il volo a vela che richiede un pilotaggio molto accurato, anacronisticamente, un semplice filo di lana è lo strumento indicatore di virata più sensibile ed economico. Per voli ad alta quota è fondamentale l'uso di un impianto ad ossigeno.
Durante il volo può succedere che per le mutate condizioni di veleggiamento, l'aliante non sia più in grado di tornare alla base di partenza, viene allora scelto dal pilota un campo dove si effettua l'atterraggio: nessun problema, ciò è previsto, l'aliante è fatto per essere smontato in pochi minuti, e può cosi tornare alla base su un carrello trainato da una normale automobile.
Sinora si è parlato principalmente della macchina ma, quali caratteristiche deve avere il volovelista? Una definizione tipo non è certo possibile. Sicuramente non c'è distinzione, purtroppo il lato economico o gli impegni di lavoro costituiscono una fonte di discriminazione, in questo sport le sovvenzioni sono irrisorie e non esistono sponsor: il volovelista non richiama folle plaudenti ed ululanti... Le sue vittorie, le sue conquiste sono un fatto personale, quasi intimo... o limitate ad una piccola schiera di addetti ai lavori. Per volare non è comunque necessario possedere un aliante, tutti i club forniscono attrezzature e mezzi a costi accettabili.
Il volo a vela, è uno sport molto coinvolgente, e porta a trascorrere l'intera giornata in aeroporto; spesso si passano anche le ferie volando, ed anche se il campo di volo è quasi sempre un magnifico prato dove le mogli possono conversare ed i figli giocare, non sempre si riescono a conciliare le varie esigenze famigliari.
Certamente non è possibile raccontare tutto del volo a vela...
Ma in definitiva cos'è che spinge a volare senza motore? Perché questo sport diventa cosi affascinante se praticato oltre un certo livello? Le motivazioni sono molteplici... Un incentivo sono le mutevoli condizioni meteorologiche, ogni giornata è sempre diversa dalle altre, ogni volo, risulta così sempre nuovo, dissimile dai precedenti. Vi è il desiderio innato di scoprire, provare e la verifica delle nostre congetture, nel vola a vela, non tarda ad arrivare... e questo, in un certo senso, compensa quello che avviene nelle situazioni normali di vita, dove le risposte ai nostri quesiti spesso tardano a venire e molte aspettative restano solo nel campo dell'irrisolto... Sicuramente il volo a vela collauda il valore delle nostre capacità, decisionali. Ci aiuta e ci fa capire come reagiamo all'imprevisto, e soprattutto come riusciamo a controllare la nostra emotività... e su queste argomentazioni si potrebbe continuare all'infinito.
Ma molto più semplicemente, quando chiudiamo la capottina e diamo l'OK alzando il pollice, in realtà, iniziando il volo, ci lasciamo alle spalle "il quotidiano", ed entriamo in quel meraviglioso mondo che è il cielo, da dove in silenzio, si può ammirare la natura da una angolazione a dir poco fantastica.
Ferrara, marzo 1984 - revisione ottobre 2001
Giancarlo Bresciani