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Nella stessa stagione del 1952 si svolgono ancora raduni a Vergiate e Dobbiaco che mettevano in luce i piloti Pronzati, Ciani e Mantica. Nell'annata venivano rilasciati 22 attestati "B" e 10 brevetti "C", migliorati sei primati nazionali, compiute tre prove parziali di insegna d'argento. Ma il materiale era ancora scarso: in tutto 15 veleggiatori e 24 libratori.
II 1953 vede il volo a vela in lieve progresso ostacolato dalle solite deficienze di mezzi. Si svolgono radunia Bresso, Vergiate e Dobbiaco. Gli attestati rilasciati sono 19, i brevetti "C" 17.
Vengono conseguite una insegna d'oro, 3 insegne d'argento e compiute quattro prove parziali.I libratori sono sempre 24 mentre i veleggiatori diventano 16.

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Nella serie di motoalianti progettati da Adriano Mantelli c'era
anche l'A.M. 12, realizzato in alcuni esemplari (con e senza
motore) dalla sezione militare di volo a vela di Guidonia.
Biposto ad ala media, con una apertura alare di 12 metri,
fu sperimentato dallo stesso Mantelli verso la fine degli anni 50.

Si distinguono, oltre a Mantelli, attivissimo e onnipresente ovunque si veleggi, Brigliadori, Ciani, Mantica, Pronzati, Ricotti, Braghini Rivolta. A Dobbiaco si svolge un corso per istruttori di volo a vela sotto la direzione di Mantelli ed un corso per il conseguimento di brevetti "C".
Il 1954 si caratterizza per un cospicuo aumento delta flotta con la immissione di 20 "Canguro" . che la generosità dell'Aeronautica Militare pone a disposizione dei volovelisti italiani, e di quattro veleggiatori di altro tipo, costruiti ton l'aiuto dell'Ae.C.I. E' anche l'annata dei campionati mondiali che si disputano ormai con regolarità ogni biennio, e l'Italia vi partecipa ton due "Canguro" e Io "Spillo". Piloti: Mantelli-Braghini su "Canguro" biposto, che si dassificano al 2° posto su 9 classificati nella categoria biposti;
Ferrari su "Canguro", che si classifica 30° e Brigliadori su "Spillo", che si classifica 32°.

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Fine anni '30: il Cat. 28 aveva una apertura alare di 17 metri
Ed un peso a vuoto di 210 chilogrammi. L'efficienza era 26.

La competizione è caratterizzata da condizioni meteo avverse che ne hanno ostacolato il regolare svolgimento e da imprevisti buoni risultati di Mantelli.
La classifica è salutata con una affermazione del nostro volo a vela che faticosamente sta risalendo il grave handicap che Io separa da quelli stranieri. Sempre Mantelli stabilisce i nuovi primati di quota per monoposto e biposti iniziando una sistematica azione di scoperta e sondaggio dette correnti ondulatorie, e nel gennaio, superando difficoltà rese più ardue dalla rigida temperatura, stabilisce il nuovo primato italiano di durata portandolo a oltre 24 ore.
I brevetti "C" rilasciati sono quell'anno 61 e gli attestati "B" 23. Si avverte subito in queste cifre il valore dell'apporto dei veleggiatori "Canguro" entrati in attività, che viene consolidato da una insegna d'oro, due prove parziali d'insegna d'oro, 5 insegne d'argento, 13 prove parziali. I primati superati sono quattro.

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26 settembre 1933: un aliante Balestruccio dalla tipica
ala a gabbiano viene rimorchiato in linea di volo.

Con il 1955, concluso il difficile e lungo periodo del dopoguerra, ha inizio la più vigorosa ripresa del volo a vela, che in breve tempo porta questa attività ad un livello e ad una diffusione mai raggiunta prima in Italia.
La nuova politica instaurata dall'Aero Club d'Italia coincide con la nomina a Presidente della commissione per il volo a vela del gen. Nannini, che di questa attività era stato agli inizi assertore e pioniere.
L'Ae.C.I. aumenta gli stanziamenti e la Direzione Generale dell'Aviazione Civvile contribuisce con apporti straordinari. Provvedimenti vari, intesi a favorire l'attività didattica e sportiva e le costruzioni di alianti, sono presto attuati e le conseguenze si faranno ben presto sentire.
A Rieti viene istituita la Scuola Centrale di Volo a Vela con attribuzioni didattiche e sportive, e vengono ad essa assegnati quattro alianti "Canguro" e due apparecchi trainatori "L-5".

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Due Canguro motorizzati con un bicilindrico Preti
Ripresi in volo all'inizio degli anni 50.

Prima però che la scuola inizi la sua attività, si svolge sullo stesso terreno un corso per istruttori di volo a vela sotto la direzione di Adriano Mantelli, comandante il Centro di Volo a Vela dell'Aeronautica Militare.
La località, fin dall'anno precedente, era stata individuata per le condizioni molto favorevoli al veleggiamento, affermate durante l'allenamento della squadra designata a partecipare ai campionati mondiali di Camphill.
II risultato ottenuto dai primi corsi della Scuola Centrale, diretti con perizia e passione dall'ing. Antonio Angeloni, coadiuvato da Bruno Bovolenta in qualità di istruttore, costituiva una sicura garanzia di successo per ulteriori attività e pertanto la Scuola Centrale da quel primo esperimento, attraverso successive evoluzioni, si è affermata come uno strumento di impareggiabile rendimento per il potenziamento, Io sviluppo e il progresso del nostro volo a vela. Dal 1955 i volovelisti hanno a Rieti una organizzazione permanente in continuo perfezionamento. Fin dalla sua costituzione, la Scuola Centrale ebbe il compito di provvedere alla formazione di nuovi piloti, all'allenamento dei brevettati, al reintegro di brevetti scaduti, ai tentativi di prove sportive comprendenti primati e insegne F.A.I.

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Il CVV8 Bonaventura venne progettato all'inizio degli anni '50
Dall'ing. Preti. Volò per la prima volta alla fine del 1957.
Biposto in legno e tela, venne prodotto in piccola serie
dall'Avionica Rio. Nella foto: uno dei due prototipi.

Intanto, in virtù dei maggiori aiuti, il volo a vela progredisce anche alla periferia. Gli enti che praticano questo sport nel 1955 sono 13; i veleggiatori in linea sono 41, con i quali vengono compiuti 4950 voli per complessive 2829 ore di volo. II numero del brevetti passa dai 61 dell'anno precedente a 111. Le insegne sportive F.A.I. sono 9, cui si deve aggiungere una grande quantità di prove parziali, ottima premessa per l'immediato futuro. Si intensificano anche i rarissimi voli di distanza, che a fine anno assommano a 12. per complessivi 937 km. I primati subiscono anche un forte scossone e sei di essi vengono battuti.
II 1956 vede continuato in senso positivo il promettente inizio della nuova era del nostro volo a vela. a conferma della bontà della strada intrapresa. Alla fine dell'annata il consuntivo è nettamente positivo e offre queste cifre: ore di volo 4.768 effettuate utilizzando 48 alianti veleggiatori dei quali 22 sono ceduti dall'A.M. in assegnazione. Un indice di buona utilizzazione del materiale è dato dall'alta media per ogni aliante, quasi 100 ore annue. II numero dei brevetti "C" rilasciati sale a 120,

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Progettato da Alberto e Piero Morelli, l'M-100 vinse il concorso
indetto dall'Aero Club d'Italia per una aliante da allenamento e
sport. Il prototipo volò il 19 dicembre 1960 e ne furono costruiti
oltre 200 esmplari.

comprendenti 52 giovani, prima digiuni di qualsiasi nozione di pilotaggio; 21 insegne d'argento F.A.I. costituiscono il segno del progresso sportivo, suffragato dalla conquista di quattro nuovi primati nazionali. Per la terza volta l'Italia partecipa ufficialmente ai campionati mondiali, che organizzati dalla Francia, si svolgono a S.Yan. I nostri rappresentanti sono G.A. Ferrari su "Eolo" e Brigliadori Riccardo-Fanoli sul vecchio "Canguro". Di fronte alle agguerritissime rappresentanze straniere, i nostri non ottengono risultati confortanti. Ferrari non ha fortuna: in atterraggio in terreno inospitale riporta ferite, per fortuna non gravi, ma è costretto al ritiro. Brigliadori e Fanoli portano a termine la durissima prova, ma il confronto con alianti più moderni e piloti più addestrati non è loro favorevole. Tuttavia il volo a vela italiano, giudicato nel suo complesso, denota un costante miglioramento.

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Il Meteor MS 30L Passero "I-FOLS" (anno di costruzione 1956) di
Proprietà dell'Aero Club d'Italia ripreso a Perugina nel 1961.
Il passero era la versione italiana costruita su licenza dello
Scheibe L-Spatz.

L'incoraggiamento ai voli di distanza, attuato con appositi premi, comincia a dure qualche frutto. A fine anno i chilometri volati da alianti sono circa 3.000. Poca cosa rispetto a quanto si fa all'estero, molto se si considera il non lontano passato. Nel corso dell'anno entrano in linea 12 nuovi alianti monoposto "Passero", costruiti su licenza dello "Spatz L-55", e ceduti agli Aero Club a prezzi di favore. Con la immissione di questi nuovi alianti l'Ae.C.I. inizia, anche per quanto riguarda il materiale, una nuova politica. Si passa dalla cessione gratuita di alianti in assegnazione dell'A.M. alla vendita con forte riduzione di alianti che divengono proprietà degli Aero Club. Una prova della maturità e della vitalità del volo a vela e delle capacità dei suoi cultori a rendersi partecipi, anche dal lato economico, del suo progresso.

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Il CVV8 Bonaventura "I-VELL" dell'Aero Club d'Italia ripreso
in decollo a Rieti nel 1969. Il Bonaventura, come il Canguro,
era stato progettato dell'ing Ermenegildo Preti. L'I-VELL
era uno dei due prototipi.

Il 1957 vede accentuarsi ancor di più il moto ascendente del volo a vela in ogni suo aspetto. Le ore di volo salgono a 6163, i brevetti diminuiscono di qualche unità, ma in compenso, a monte di questa contrazione dell'attività didattica, si nota un più intenso sviluppo di quella sportiva. Le insegne d'argento conseguite sono 27, cui fanno degna corona i "C" d'oro e numerose prove parziali di quota per il "C" d'oro, ed anche di diamante. Ma è con l'effettuazione delta competizione nazionale per la disputa del "Trofeo Bonomi" che l'annata si afferma fra le più importanti. Già l'anno prima, con il rimpatrio di Rovesti dall'Argentina e la sua assunzione da parte dell'Ae.C.I. quale direttore del Centro Nazionale di Volo a Vela di Rieti, erano state gettate le basi per un decisivo progresso del nostro sport: ai nostri volovelisti non era stata ancora offerta la possibilità di cimentarsi in competizioni comprendenti gli stessi terni dei campionati mondiali, sebbene nostre squadre vi avessero già partecipato, per ben tre edizioni. La apparente anomalia era soltanto la conseguenza dello stato di insufficiente preparazione generale dei

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L'M.100S aliante di notevole successo. Nella foto l'esemplare
I-PNOS (anno di costruzione 1965) pilotato dalla volovelista
Marisa Serena ripreso in decollo a Rieti nel 1969 durante
La nona edizione dei campionati italiani.

piloti e delta attrezzatura disponibile. Organizzare una vera gara di volo a vela, con gli scarsi mezzi a disposizione, prima del 1957 sarebbe stato praticamente impossibile. Soltanto la volontà e la fiducia nei piloti da parte dei dirigenti dell'Ae.C.I. poteva consentire un così arduo esperimento.
Il risultato ha largamente ricompensato dei sacrifici compiuti. Il trofeo "Challenge" che, con memore riconoscimento della fede di uno del pionieri più benemeriti del nostro volo a vela si è voluto dedicare a Vittorio Bonomi, è stato vinto dall'Ae.C. Roma per merito di Giancarlo Silva su "Canguro", che da poco aveva conquistato il "C" d'oro in Francia.
Il quadro di questa brillante annata è completato da ben 11 primati nazionali superati. Tra questi non figura un volo di circa 300 km, compiuto da Alberto Morelli su "Veltro" durante il "Trofeo Bonomi" e che rappresenta il maggior percorso su territorio nazionale.

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L'Uribel C progettato dall'ing Edgardo Ciani. Nella foto l'esemplare
"I-RORI" (anno di costruzione 1964) dell'Aero Volovelistico Milanese
ripreso in decollo sul campo di Rieti in occasione dell'8° Campinato
italiano di volo a vela.

La spinta al miglioramento generale del nostro volo a vela continua nel 1958 con costanza e regolarità. Le cifre sono sempre l'indicazione più evidente del progresso in atto ma non possono dare certo la esatta misura del miglioramento qualitativo che è, peraltro, sempre più consistente. La flotta si compone di 51 alianti, dei quali 29 sono biposti e valgono sia per la scuola che per l'attività sportiva. I "Passeri" si fanno sempre più apprezzare per le ottime prestazioni. La media delle ore di volo per aliante sale ancora a testimonianza del perfezionarsi delle organizzazioni presso gli Aero Club e costituisce forse un primato mondiale di rendimento. Ogni aliante in linea

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L'aliante monoposto Vizzola I-RENI (anno di costruzione 1953. n.c.
003 certificato di navigabilità n. 242 del 7 maggio 1953) dell'Aero
Club Varese.

ha volato in media 127 ore nell'anno. L'attività didattica prosegue con ritmo regolare, i brevetti "C" rilasciati sono 122. Quella sportiva si accentua. Le insegne F.A.I. d'argento sono 21 cui si aggiungono numerose prove parziali anche per il "C" d'oro. Le competizioni diventano due. La "Coppa A.V.M." e "Trofeo Bresso", organizzata dal dinamico Aeroclub Volovelistico Milanese, gara di velocità su circuito triangolare di 46 km. Caratterizzata da condizioni meteo debolissime, non offre grandi insegnamenti e risultati di rilievo. Vince "Eolo" di Pronzati alla media di 57,202 chilometri orari.

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Aeroporto di Verona Boscomantico, (probabilmente primissimi anni '50),
primo piano del muso di un aliante Cat 20 (I-ZAGO) utilizzato dal
Gruppo volovelisti veronesi.

La maturità raggiunta da competitori e organizzatori induce l'Ae.C.I. a mettere in palio, per la prima volta in Italia, il titolo di campione nazionale di volo a vela. La gara, che pone in palio anche il "Trofeo Bonomi" per gli Aero Club, articolata su sei difficili prove, viene disputata da 16 alianti pilotati dai nostri migliori sportivi e viene vinta da GA Ferrari che conquista il titolo. II "Trofeo Bonomi" è aggiudicato all'Aero Club di Modena, cui appartiene il vincitore. Seguono nell'ordine Zanetti e Mantica del C.P.V. di Milano e Vitelli del C.N.V.V. di Rieti.
Durante la competizione sono stati compiuti 193 voli. La distanza totalizzata è stata di km 15.028.
I primati superati sono stati 6, alcuni dei quali di grande significato per il valore internazionale delle cifre che li esprimono, come quelli di guadagno di quota (m 9.931) e quota assoluta (m 10.031) conquistati da GA Ferrari in un epico volo sull'Appennino modenese.

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Un esemplare dell'aliante libratore Zögling,
immortalato sull'aeroporto di Vicenza.

II compendio di tutta l'attività volovelistica del '58 si concreta in 13.515 voli per un totale di 7.771 ore. Per chiudere queste affrettate note senza pretese, aventi Io scopo di tratteggiare e ricordare quanto è stato fatto nel campo del volo silenzioso in Italia, e inserirlo nel più grande quadro delle attività aviatorie net primo cinquantennio di aviazione italiana, dovremmo tracciare anche in sintesi il lavoro compiuto net 1959. Rimandiamo questa più recente rassegna ad altro momento quando saranno raccolti compiutamente tutti i dati relativi.

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Aeroporto di Carpi anni '60: un biposto Piaggio P.148 con al traino
un aliante CVV6 Canguro durante una manifestazione aerea.

In altro articolo ricorderemo le costruzioni realizzate in Italia per il volo a vela, dai primi libratori ai veleggiatori di più alte caratteristiche. Con ciò, oltre a colmare una delle più serie lacune di questa cronistoria, avremo la soddisfazione di ricordare agli anziani e mostrare alle giovani leve Io sforzo compiuto per dare volovelisti italiani ali sempre più efficienti e redditizie.
Possiamo tuttavia concludere che il 1959 è stato del tutto aderente alle indicazioni offerte dagli anni
precedenti, nei quali il processo evolutivo, il progresso e Io sviluppo del volo a vela tracciarono una curva ascendente che non accenna ancora ad appiattirsi.

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Rara immagine di uno dei tre esemplari del motoaliante Alaparma
AM.12, ripreso in fase di decollo con ai comandi l'asso Adriano
Mantelli. Un turbogetto Turboméca Palas da 150 Kg. di spinta
equipaggiava la macchina. Capace di volare ad una velocità max
di 220Km/h., l'AM.12 a reazione aveva una tangenza max
di 6.700 m. ed una autonomia di 490 km.

Non abbiamo la pretesa di aver fatta la storia del volo a vela italiano ma di averne ricordate le vicende, il travaglio faticoso del suo sviluppo fra ostacoli di ogni genere. Fra questi per chiudere ne vogliamo ricordare uno solo che tutti li compendia. Dal 1927, anno in cui con la istituzione della prima scuola di volo a vela l'Italia questa disciplina è entrata ufficialmente a far parte dell'aviazione, l'ostacolo più difficile da superare è sempre stato, come continua ad essere ancora, la incomprensione di molte, di troppe persone, di quella che è l'essenza del volo a vela, del suo valore spirituale, e del non sufficientemente valutato interesse tecnico.

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Questo CVV6 Canguro, pilotato da Mantelli, era equipaggiato con
un motore Turboméca Palas. Ribattezzato Canguro/Palas. Il 20
ottobre 1962, lo stesso Mantelli effettuò un volo postale
speciale da Parma a Guidonia in 2 ore ed 8 minuti, salendo
ad una quota di 5.300 metri.


Si sono fatti molti progressi in questo processo di comprensione, come dimostrano gli aiuti materiali concessi dalle autorità responsabili, cui si deve il merito di aver sollevato il volo a vela italiano da uno stato di indigenza indegno della grande tradizione aviatoria italiana. Tuttavia c'è ancora troppa gente che del volo a vela ha un'idea quanto mai confusa, ed è ancorata a vecchie opinioni e credenze che non sono più tollerabili perché decisamente anacronistiche. Non è forse questo stato di cose imputabile anche agli stessi volovelisti?
Sono essi in coscienza certi di aver fatto tutto quanto è nelle loro possibilità per approfondire le cognizioni sui volo a vela e contribuire a diffonderne la conoscenza?

 

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