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Il 6 novembre del 1998, ci ha lasciato anche l'ultimo dei viventi tra i piloti pionieri di volo a vela alla Wasserkuppe nel 1920. Peter Riedel si è spento serenamente, dopo una breve malattia, al Memorial Hospital di Ardmore, Oklahoma, aveva compiuto 93 anni in agosto. Sua moglie Helen, compagna da sempre, gli sopravvive, in una casa per anziani ad Ardmore.


Peter Riedel era nato in Germania nel 1905, secondo figlio di Felix Riedel, un pastore luterano nel piccolo paese di Dehlitz vicino a Halle in Sassonia. Così come, con suo fratello maggiore, Felix (Jr), non aveva mai legato, aveva due sorelle, (Annchen, più vecchia, e Beate di poco più giovane di lui), a cui fu molto affezionato. Ricordava, che da ragazzo, quando era un giovane scolaro, aveva visto un enorme dirigibile Zeppelin volare basso sopra la scuola del suo villaggio e poi atterrare. La sua passione per il volo probabilmente era iniziata allora.


Di famiglia non ricca. Il nonno paterno fu un industriale di successo, ma le fortune della famiglia furono totalmente perse durante la prima guerra mondiale e la successiva crisi economica del 1918, con un'inflazione galoppante in Germania. Il padre di sua madre fu un accademico teologo e fu professore di teologia all'università di Halle.


Suo padre, sfortunato, a causa di problemi mentali, doveva essere ricoverato periodicamente in ospedale per curarsi. Sotto lo stress provocato dagli esaurimenti del marito, quando Peter aveva solo nove anni, sua madre gli morì tra braccia. Con la famiglia distrutta Peter, che mai si riprese pienamente per questa perdita, passò alcuni anni presso la famiglia dello zio, sin quando suo padre Felix non si risposò.


Peter all'età di 13 anni, inseguendo i suoi sogni, iniziò a costruirsi un aliante biplano, una leggera struttura lignea ricoperta di cartapecora. Tentò di volarci con scarso successo benché riuscisse a staccarsi di qualche decina di centimetri da terra, trainato con una corda riuscendo a galleggiare. A quattordici anni, frequentando un piuttosto tetro, tradizionale collegio ad Aschersleben, lesse nella rivista Flugsport che c'era un meeting di volo a vela alla Wasserkuppe nelle montagne della Rhön. Come è noto, gli aerei a motore erano stati proibiti nel dopoguerra della Germania, ma gli alianti non erano stati menzionati nei trattati di Versailles.

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La Wasserkuppe nel 1920

Allora Peter iniziò la costruzione di un altro biplano, chiamato PR - 2, e con il permesso del padre, con l'aliante solo parzialmente finito andò al meeting. Fu di gran lunga tra i più giovani partecipanti. Con l'aiuto dell'esperienza di più vecchi appassionati, il PR - 2 venne completato, e Peter cominciò ad imparare a stare per aria sotto l'attenta supervisione degli ormai piloti esperti.


Studente diligente, continuò gli studi, ma riservava in ogni estate periodi per i meeting alla Wasserkuppe imparando così a volare,

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La Wasserkuppe ai nostri giorni

costruì un altro aliante da un proprio progetto, il PR - 3 su cui volò. Era in un gruppo di giovani guidati da una grande passione. Svolgevano in un tutt'uno il ruolo di progettisti, collaudatori, piloti e squadristi al cavo di gomma, nonché di studiosi. Fu tra i testimoni dei progressi di questo sport sin dai primi tentativi con pericolosi voli di pochi minuti di veleggiamento e di distanza giù per i pendii della Rhön e, sino alle diverse ore di durata ed ai parecchi chilometri percorsi. Con lui altri nomi sono passati alla storia del volo a vela come Klemperer, Dittmar, Hirth, Groenhoff e Kronfeld. Erano conosciuti in tutto il mondo per aver contribuito a creare su questa montagna magica quel centro dove si incontrarono piloti di tutti i continenti e dove furono realizzate le prime grandi competizioni volovelistiche.

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Il museo del volo a vela alla Wasserkuppe

Lasciando gli studi, in una Germania ancora in crisi economica, dove la situazione non era favorevole, le sue aspirazioni, vennero riconosciute dal valido filantropo Karl Kotzenberg, che già sosteneva con sostanziali contributi i primi passi del volo a vela. Vide in Riedel un giovane di gran talento e determinazione che meritava di proseguire in un'istruzione superiore. Che consisteva per Peter in una borsa di studio per iscriversi alla Darmstadt Technical University, dalla quale si laureò in ingegneria nel 1927 e venne immediatamente accettato nella scuola di volo Brunswick and Ober Schleissheim per diventare pilota commerciale.


Quando si brevettò nel 1928 gli fu ugualmente impossibile trovare un lavoro ma, ebbe i titoli per lavorare alle direttive del meteorologo Professor Georgii alla Darmstadt Research Institute for Soaring Flight. Dove rimase per sei anni. Divenne uno dei principali piloti di aliante dei suoi tempi.
A parte l'attività volovelistica, Peter in quel periodo portò avanti un gran numero di ricerche di volo per il Professor Georgii, impiegando aeroplani leggeri per esplorare e misurare le correnti termiche sotto le nubi e, con il suo collega Günther Groenhoff, sviluppò un sicuro metodo per portare alianti in volo tramite un traino aereo. La sua amata sorella più giovane, Beate, imparò a volare sotto la sua istruzione a Darmstadt, ma rimase uccisa in un incidente stradale in un'auto guidata imprudentemente da Groenhoff. Groenhoff rimase illeso nel crash, ma morì dopo poche settimane in aliante volando su di un Fafnir. Peter ricostruì questo aliante.

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Günter Groenhoff sul Fafnir


Nel 1932 raggiunse vertici mondiali ottenendo l'insegna del C d'argento internazionale n. 7, il 19 maggio, volando con un Professor per 165 Km dalla Wasserkuppe, e nell'anno seguente, in giugno, stabilì un primato mondiale di distanza, volando con il Fafnir da Darmstad a Vomecourt in Francia con un volo di 229 chilometri.

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Il Fafnir in decollo

Vinse anche la gara della Wasserkuppe e ricevette la Coppa Hindenburg (assieme ad una somma sostanziosa di danaro) come miglior pilota di volo a vela dell'anno. Fu uno dei quattro importanti piloti che accompagnarono Georgii nella famosa spedizione nell'America Latina nel 1934, quando lo sport del volo a vela fu introdotto in Brasile ed Argentina. Oltre a lui c'erano Wolf Hirth, Heini Dittmar ed Hanna Reitsch, che fu per lui come una sorella. Nel luglio dello stesso anno realizzò un altro primato mondiale con un volo a meta prefissata di ben 275 Km (Berlino-Hamburgo). Poco dopo vennero inclusi come primati ufficiali i voli a meta prefissata, in seguito a questo suo volo straordinario. Nello stesso anno venne incluso assieme a Ernest Udet, Heini Dittmar e Ludwig Hoffmann come membro alla prima competizione del volo a vela alpino al Jungfraujoch in Svizzera.
Si piazzò al secondo posto dopo Dittmar. In una dimostrazione di volo a vela agli svedesi nel 1936 realizzò il primo volo sopra l'acqua sorvolando parte del mar Baltico da Malmoe (Svezia) a Copenhagen (Danimarca), vincendo senza neanche saperlo un premio di 1000 corone danesi.


Peter ammise di avere votato per i nazisti nel 1933, ma benché allora ne fosse simpatizzante, mai in effetti né prese parte. I suoi dubbi politici aumentarono durante la spedizione in America Latina.


Nel 1934 Peter finalmente trovò lavoro come pilota per le aerolinee nazionali tedesche, Lufthansa, e volò oltre 200.000 chilometri in voli di linea. Ma aumentando l'avversione sulla situazione della Germania, assecondò il desiderio di tornare in Sud America. Nel 1936 accettò un contratto di due anni per volare per le aerolinee Colombiane e lasciò l'Europa, con l'intento di non ritornarci.


Nel 1937 fu invitato dalla Soaring Society of America per partecipare al National Soaring Contest ad Elmira, New York State. Fece più punti che ogni altro pilota anche se non fu dichiarato vincitore poiché non era cittadino americano. Dopo la competizione fu avvicinato dal generale Bötticher, L'addetto militare tedesco all'ambasciata, e gli fu offerto un posto come assistente civile (aeronautica) del generale stesso, in Washington DC.


Dopo alcune esitazioni accettò e dopo un certo tempo ed ulteriori voli in Colombia, tornò in Germania, brevemente, per alcuni veloci sommari tirocini. Durante i quali fu avvicinato da agenti dell'Abwehr ed incontrò l'ammiraglio Canaris. Era stato messo in guardia di non accettare offerte di quel tipo e rifiutò le proposte di Canaris. S'installò all'ambasciata di Washington all'inizio del giugno 1938.


Rivinse nettamente ai campionati degli Stati Uniti nel 1938. Per due volte gli furono assegnati i Trofei Bendi e Du Pont. Due grandi voli, uno di 365 Km a meta prefissa (Elmira- Washington), lo portarono al C d'oro ed al primo diamante. II volo più lungo fu di 392 Km da Alberquerque a Herford-Texas, realizzato nel luglio del 1939 arrivando ad una quota di 6000 m.


Il suo lavoro negli USA consisteva nel raccogliere informazioni, con mezzi legali e solo con mezzi legali, della potenza aerea americana. Sviluppò dei metodi altamente sofisticati di raccolta, selezione, limatura e interpretazione di notizie che otteneva da periodici, giornali, comunicati finanziari e rapporti societari,dibattiti congressuali ed altre fonti di dominio pubblico. I suoi regolari sommari erano incorporati nei rapporti di Bötticher, ma non dissuasero Hitler dai suoi piani.


La Guerra scoppiò in Europa. Riedel si trovò arruolato come ufficiale membro della Luftwaffe, poiché la sua posizione come civile risultava, a quel punto, essere incompatibile. E così divenne ufficiale addetto dell'aviazione germanica.


Incontrò, corteggiò e, malgrado l'opposizione di Bötticher, sposò una ragazza americana, Helen Krug, un'artista ed insegnante d'arte di Terre Haute, Indiana. Durante la luna di miele furono strettamente seguiti ovunque, dall' FBI, ma alla fine della vacanza legarono con gli agenti...


Da allora, previse una massiccia espansione dell'industria aeronautica degli USA, ed i suoi rapporti lo ribadirono.


Dopo Pearl Harbour nel 1941, tutto lo staff dell'ambasciata tedesca fu internato a White Sulphur Springs in Virginia ed alla fine rimpatriato in Germania in uno scambio diplomatico. Helen andò con Peter benché a quel tempo parlasse poco il tedesco.


In Germania Riedel scoprì che i suoi rapporti sulla crescita della potenza aerea Americana, e le sue previsioni sulla possibilità di un vasto attacco con bombe, apparentemente fu ignorato. I suoi sforzi per mettere in guardia attraverso gli alti comandi furono continuamente frustrati. Corse allora il pericolo di essere arrestato accusato di disfattismo, sebbene indicasse solo un attento piano della pessima realtà della situazione della Germania.


Heinkel lo assunse come ingegnere ed offrì un lavoro anche ad Helen. Un esame medico rivelò che lei aveva contratto la tubercolosi. Peter cercò di portarla fuori dalla Germania, in un sanatorio svizzero. Allora fece un accordo con l'Abwehr. Ad Helen fu permesso di lasciare la Germania ed andò in Svizzera, ma solo alla condizione che Peter lavorasse per l'Abwehr. Fu inviato in Svezia come addetto aeronautico, e rimase là sino a che la guerra in Europa non raggiunse il da lui a lungo previsto clima.


Infine le pesanti notizie delle atrocità nei campi di concentramento giunsero sulla scrivania di Peter in Svezia. Come materiale di fonte sovietica, comprese fotografie, che era in un articolo del Time Magazine nel settembre del 1944, liberamente acquistabile nei negozi Svedesi. In una visita a Berlino, Riedel comunicò alla sua vecchia amica, Hanna Reitsch, questa realtà. (la conferma sul fatto, appare nella di lei autobiografia).


Alla fine vi furono alcuni doppi o tripli intrighi coinvolgenti l'Abwehr, l'addetto militare finnico e l'americano OSS. Dove si proponeva una operazione diretta contro l'Unione Sovietica. Riedel, ora completamente disilluso del Nazismo, si compromise totalmente comunicando direttamente con l'OSS. Fu tradito da un amico e richiamato a Berlino, verosimilmente per essere giustiziato. Invece di ritornare, lasciò l'ambasciata tedesca e si nascose in Svezia.


Riuscì a mettere in guardia Helen affinché lasciasse il sanatorio perché l'Abwehr (Canaris stesso era stato imprigionato come traditore) minacciava una rappresaglia su di lei. Anche lei si diede alla macchia.


La guerra finì, Riedel fu arrestato dalle autorità Svedesi ed imprigionato per tre mesi come un immigrante illegale. Helen riuscì a fargli visita durante questo periodo in prigione. Dopo il rilascio si aspettò di essere rimandato in Germania, ma non vi fu, nonostante tutto deportato, ma neppure gli fu consentito di rimanere legalmente in Svezia. Si trovò apolide e profugo.


Scappò segretamente in una piccola e malandata imbarcazione da pesca, con un passaporto falso col nome di Nielsen. L'intenzione era di fare rotta con circa altri quindici profughi verso il Venezuela, dove le leggi sull'immigrazione erano più elastiche. Helen ritornò negli USA usando il suo passaporto americano.


Nell'imbarcazione uno dei rifugiati era una musicista, Helge Rosvänger. Dopo essere sopravissuti ad un terribile burrasca ed a parecchie rotture del motore, la barca raggiunse il nord ovest della Spagna, dove si procurarono del danaro, organizzando e facendo concerti.


Quando in seguito il battello arrivò nel Marocco francese, Riedel fu arrestato dalle autorità francesi ed imprigionato a Casablanca, inizialmente in un carcere militare come sospetto criminale di guerra, ma dopo essere stato interrogato, fu trasferito in una prigione civile in attesa di sentenza quale immigrato illegale. In prigione, una volta trovato il necessario materiale, iniziò a scrivere le sue memorie. Rimase rinchiuso a Casablanca per circa un intero anno e dopo la liberazione non gli fu permesso di lasciare il Marocco.


Dovette scappare un'altra volta, navigando sull'Atlantico con un'altra piccola imbarcazione, lo yacht Gracie Blue. Il capitano inglese, Nicholson, era, a dir poco eccentrico, ma comunque finalmente arrivarono in Venezuela.


Anche qui all'inizio non gli fu permesso sbarcare, ma quando nel porto, una barca vicina prese fuoco ed esplose, Riedel and Nicholson rimasero feriti e trasportati all'ospedale. Una volta a terra, gli fu permesso di rimanerci e qui lo raggiunse Helen per incominciare una nuova vita. Ottenne un lavoro in uno studio di ingegneria, in attesa di potersene andare.


Aiutato da un amico nel gruppo locale dei volovelisti, con Helen si trasferì in Canada. Entusiasta e fiducioso, credette di essersi sistemato, ma con suo sgomento, circa dopo due anni gli fu imposto di lasciare il paese. Numerosi ricorsi alle autorità canadesi non ebbero successo.


Trovarono rifugio in Sud Africa. Peter lavorò come progettista di linee ferroviarie a Windhoek, Helen si arrangiò vendendo cartoline dipinte a mano attraverso un negozio della città. Per un breve periodo Peter lavorò come ingegnere a Pretoria e cercò di ottenere una licenza di pilota commerciale sudafricana.


Quando si stabilì l'amministrazione di Eisenhower, finalmente gli fu permesso di rientrare negli Stati Uniti legalmente e di stabilirvisi. Lavorò alla TWA a Kansas City e Seattle, e con la Pan American Airways in Pakistan ed in Vietnam. Arrivato alla pensione visitò l'Australia nel 1972, e dopo stette un anno nell'Africa dell'est, dove fece il pilota volontario, trasportando medici nelle zone più remote del Kenya e della Tanzania.

Non dimenticò mai la Wasserkuppe. Nell'aprile del 1976 fece un volo di 556 km dalla Wasserkuppe alla Francia. Ricostruì il suo primo aliante del 1920 e rivolò con questo alla Wasserkuppe. Dal 1983 Peter fu membro del Oldtimer Segelflugclub.

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Il "passaggio a livello" della Wasserkuppe


Pubblicò molti articoli, sia in inglese che in tedesco, e passò diversi anni scrivendo tre grossi volumi sulla storia del volo a vela in Germania. Furono pubblicati sotto il generico titolo, Erelbte Rhoengeschichte, nel periodo 1977 - 85 da Motorbuch Verlag di Stuttgart.


Helen (da tempo guarita dalla tubercolosi), e Peter infine si stabilirono ad Ardmore, Oklahoma. Un dettagliato resoconto degli anni Guerra è contenuto nel libro, German Air Attaché, pubblicato nel marzo del 1998 da Airlife, Shrewsbury, England.

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Il suo entusiasmo per la vita, che non venne mai meno, e la sua abnegazione per aiutare i meno fortunati, ne fanno uno degli indimenticabili di questo mondo.

Bibliografia:
- "Peter Riedel -ultimo della Wasserkuppe" biografia da uno scritto di G. v. Kalckreuth pubblicato su "I quaderni di Volo a Vela"(1965)

- altra biografia in tedesco ed in inglese nella pagina web:
http://www.segelflug.de/vereine/oscwasserkuppe/riedel.htm

- "A full life" biografia in inglese di Martin Simons

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