Immagini - Volo a vela - Alianti - Ferrara di notte - Il Palio di Ferrara - Buskers Festival Ferrara

ritorna alla pagina precedente

Rapidi sviluppi
Nel normale volo di distanza, quando le condizioni si deteriorano, il pilota perde quota gradatamente, ed ha tempo per modificare i sui piani e prendere decisioni adeguate. Nel volo in montagna è possibile passare da una situazione confortevole ad una difficile, ad una critica nel giro di pochi minuti. Anche un pilota esperto può, incolpevolmente, trovarsi immerso in una situazione difficile.
Ci possono essere molte cause, una copertura di nubi, un vento leggero, errori di navigazione e così via. In questi frangenti le lacune nella tecnica di pilotaggio diventano immediatamente visibili. E' qui che ogni pilota incontra il suo personale limite di capacità, e l'incapacità spesso porta ad un incidente. Gli incidenti non sono una fatalità: sono il risultato di un improvviso confronto tra un pilota e una situazione che egli, per mancanza di esperienza o per inadeguata preparazione, non è in grado di gestire.

Foto di Aldo Cernezzi - cliccare per ingrandire


Lo stress (vedi anche di Gérard Brunet "un po' di teoria, la gestione dello stress" n.d.r.)
Lo stress ed il panico: impossibili da misurare, difficili da riconoscere e ancor più da combattere. Il livello di stress è inversamente proporzionale a quello di capacità, allenamento ed esperienza - in breve, al livello di competenza - che un pilota possiede. Quando un pilota si trova in uno stato di panico, è pronto ad aggrapparsi a qualunque cosa: il consiglio di un collega centinaia di metri più in alto, una lettura del GPS, o una vaga macchia verde sotto di lui. Talvolta i piloti si dimenticano le sigle del proprio aliante, o i nomi delle montagne su cui stanno volando. Alcuni dimenticano persino il proprio nome. Una discendenza forte e turbolenta può distruggere psicologicamente un pilota in pochi minuti. Un ritardo, il sole che tramonta, o una copertura di cirri che avanza possono anch'essi fare molto in questo senso.
Alcuni piloti credono che un buon istinto di conservazione, un aliante con 50 o più punti di efficienza e magari un motore di riserva possano compensare la propria carenza di preparazione. Niente di più falso.
La tecnologia può in alcuni casi prevenire i problemi, ma ne introduce molti altri, come per esempio eccesso di confidenza, falso senso di sicurezza o fede mal riposta nei motori a due tempi. Non è l'efficienza o il motore del vostro aliante che vi tirerà fuori dei guai, ma solo la vostra preparazione, esperienza, competenza e capacità di prevedere.

Foto di Aldo Cernezzi - cliccare per ingrandire


Percezione della situazione
Questo è un concetto che viene sempre più usato in campo aeronautico. Si può descrivere come la capacità di un pilota di essere in ogni momento conscio di, e di includere nelle sue decisioni a breve e lungo termine, tutti i fattori rilevanti interni ed esterni, come ad esempio le condizioni meteo del momento e quelle previste, la conformazione del terreno sul quale sta volando, e così via.
Un pilota che abbia una buona percezione della situazione sarà in grado di prendere migliori e più ragionate decisioni di uno che "perda il filo" e si fissi su di un singolo particolare. La capacità di abbassare il proprio livello di tensione costringendosi a rilassarsi è importante per ampliare l'orizzonte delle percezioni, e considerare tutti i fattori necessari alla propria sopravvivenza o ad evitare un fuoricampo.
A questo proposito, la capacità di "parcheggiare", cioè di mantenere la quota in qualche sorgente di debole ascendenza senza doversi impegnare, darà al pilota il tempo necessario a riflettere e valutare tutte le opzioni ed i possibili piani d'azione per proseguire o abbandonare il volo. Fortunatamente nelle Alpi tali zone di debole ascendenza sono frequenti, e spesso a quote molto più basse delle creste. Un pilota che impari a volare rilassato in queste condizioni e mantenere la quota è già sulla strada giusta per diventare un buon pilota di montagna.

 

Foto di Aldo Cernezzi -  Guillaume - cliccare per ingrandire

 

2 . LA PRATICA
Il volo in montagna inizia dal decollo. Il traino porterà l'aliante vicino alla montagna per permettergli di sfruttare le possibili ascendenze. In condizioni turbolente, il traino può diventare problematico.


La regola d'oro
C'è una regola d'oro in montagna: quando vi avvicinate ad un costone, dovete fare tutto il possibile quanto meno per arrivare più alti della cresta perché
· il volo è più facile
· avete una visione a 360° - in altri termini, avete tutte le altre montagne, i campi atterrabili e le vie di fuga ben in vista
· potete spiralare nella convergenza delle ascendenze generate da entrambi i versanti del pendio, il che significa che anche quando le condizioni sono deboli riuscite a salire, cosa che più in basso lungo il costone potrebbe non essere possibile.

Foto di Aldo Cernezzi - cliccare per ingrandire


LA PRATICA RENDE ABILI

Come abbiamo detto, il livello di stress a cui è sottoposto il pilota è inversamente proporzionale al suo allenamento, all'esperienza, alla preparazione e all'attenzione. In pratica, lo stress viene mitigato da:


1 . Calcoli mentali: basate i vostri calcoli su un'efficienza di 20 per i normali biposto e i monoposto da 15 metri, e di 30 per i classe libera - indipendentemente da quello che dichiara il costruttore. Usate questi valori per calcolare quali campi o aeroporti potete raggiungere dati la vostra posizione, quota ed il vento. Non affidatevi ad un GPS o un calcolatore di planata, usate piuttosto il cervello.

alla pagina sucessiva

http://www.yankee-yankee.com/